Dall'editoria al cinema fino alle vicende giudiziarie,
la storia di Angelo Rizzoli

Dall'editoria al cinema fino alle vicende giudiziarie, la storia di Angelo Rizzoli
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Giovedì 12 Dicembre 2013, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 10:10
Angelo, detto "Angelone" Rizzoli è stato un imprenditore, produttore televisivo, produttore cinematografico ed ex editore italiano. Figlio di Andrea Rizzoli, presidente dell'omonima casa editrice.



A 18 anni scopre di essere malato di sclerosi multipla. Con l'aiuto dei medici riesce ad evitare la disabilità totale, rimarrà però claudicante alla gamba destra. A 23 anni si laurea in Scienze politiche all'Università di Pavia; ottiene la specializzazione in Media and communications alla Columbia University di New York. Nel 1970 muore il nonno Angelo senior.



L'anno seguente "Angelone", così chiamato per la sua stazza imponente e per distinguerlo dal celebre nonno, entra nel consiglio di amministrazione dell'azienda di famiglia, all'età di 28 anni.



Il 12 luglio 1974 il padre Andrea decide di rafforzare la casa editrice acquistando il primo quotidiano italiano, il Corriere della Sera. Acquisendo il Corriere realizza il suo sogno di imprenditore, ma comincia a fare i conti anche con un enorme indebitamento. Il Corriere perde infatti circa 5 miliardi di lire l'anno, con un tasso di inflazione che in Italia è in costante crescita.



Nel 1978 eredita la presidenza del gruppo, subentrando al padre. Eredita però anche un cumulo di debiti e di aziende non più profittevoli. Pressato dal sistema bancario in pochi anni cede al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, Licio Gelli ed altri iscritti alla loggia P2 il controllo del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera, il tutto all'insaputa dell'opinione pubblica.



L'immagine della Rizzoli, primo gruppo editoriale italiano, è all'apice; Angelo junior è considerato un uomo di successo. Nello stesso anno conosce ad una festa Eleonora Giorgi. Meno di un anno dopo i due si sposano, durante una convention Rizzoli a Venezia, nella cripta della Basilica di San Marco. Eleonora è già incinta di cinque mesi. Il testimone di Angelo è il manager Bruno Tassan Din. Nascerà un figlio maschio, cui viene dato il nome di Andrea.



Il nuovo piano industriale della Rizzoli prevede il lancio di nuovi investimenti, tra cui la fondazione di un quotidiano di taglio popolare, L'Occhio. I conti della casa editrice sono sempre in rosso. La solidità della Rizzoli-Corriere della Sera dipende ora dalle buone relazioni con i partiti politici, commistioni che il padre di Angelone aveva sempre accuratamente evitato.



Nel 1981 il «Corriere della Sera» è travolto dallo scandalo della Loggia P2, tra i quali iscritti c'è anche Angelone Rizzoli (tessera n° 532), così come il direttore generale del gruppo Bruno Tassan Din. Con la formalizzazione da parte del Tribunale di Milano (4 febbraio 1983), dell'amministrazione controllata per il Corriere della Sera (l'assemblea dei creditori contava ben 2138 iscritti tra cui banche, collaboratori, rivenditori e società collegate, per un totale di 65 miliardi e 670 milioni di crediti) Angelo, il fratello Alberto e Bruno Tassan Din (direttore generale) sono arrestati per bancarotta patrimoniale societaria in amministrazione controllata. L'accusa è di aver «occultato, dissipato o distratto» oltre 85 miliardi di lire.



Il fratello Alberto subisce due mesi di carcere e il sequestro dei beni, per poi essere prosciolto in istruttoria. Angelone rimane in carcere 13 mesi. Durante la detenzione del figlio, il padre Andrea è colto da infarto e muore. La sorella minore Isabella, appena diciottenne, è indagata e privata del patrimonio. Minacciata più volte di arresto, cadrà in una forte depressione e si suiciderà nel 1987, a 22 anni.



Tutti i beni di Angelo Rizzoli jr, incluso il 50,2% della casa editrice rimasto in suo possesso, gli sono sequestrati e affidati ai custodi giudiziari. Rizzoli non ne può disporre neanche dopo il ritorno in libertà: i custodi giudiziari vendono i suoi beni a chi è stato loro indicato dai giudici del Tribunale di Milano (una cordata che comprende Gemina, Montedison, Mittel e Giovanni Arvedi). Secondo Rizzoli, i beni vengono ceduti a un prezzo molto inferiore al loro valore di mercato, causandogli un notevole danno economico. «Il restante 50,2% delle mie azioni [è stato svenduto] per circa 9 miliardi, a fronte di una perizia contabile eseguita per conto del tribunale di Milano dal professor Luigi Guatri, già rettore della Bocconi, che valutava il solo patrimonio attivo, senza valori di testata e di avviamento, almeno 270 miliardi di lire».



Angelone fa causa ai compratori della sua ex casa editrice, ma l'istanza viene rigettata: il tribunale accerta la congruità del prezzo e del dissesto della società. Nello stesso annus horribilis 1984, il 19 gennaio la Corte d'Appello civile di Roma condanna Rizzoli, mentre è ancora in carcere, per condotte distrattive a danno di Cineriz.



Sei mesi dopo l'uscita dal carcere inizia anche la causa di separazione con la moglie, per "incompatibilità della vita in comune". Nei mesi successivi Eleonora Giorgi chiede la metà del patrimonio del marito, valutabile in 400 miliardi di lire. Ottiene 10 miliardi di lire.



Nel 1985 Rizzoli versa 4 miliardi di lire alla nuova proprietà del gruppo editoriale, per saldare ogni debito personale con la sua ex azienda.



Dopo un lungo periodo di silenzio, negli anni novanta Angelone Rizzoli riprende l'attività come produttore cinematografico e televisivo. Tra le sue produzioni, «Padre Pio» con Sergio Castellitto, «Incompreso», «Cuore», «La guerra è finita» e «Le ali della libertà» con Sabrina Ferilli. Oggi la sua società di produzione fattura oltre 50 milioni di euro all'anno.Angelone Rizzoli è sposato con Melania De Nichilo (conosciuta nel 1989), medico e parlamentare del PDL, da cui ha avuto due figli, Arrigo e Alberto.



(Da Wikipedia)