Morto a Roma Angelo Rizzoli, il produttore cinematografico aveva 70 anni

Morto a Roma Angelo Rizzoli, il produttore cinematografico aveva 70 anni
4 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Dicembre 2013, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 17:36
Angelo Rizzoli, il produttore cinematografico coinvolto in numerose vicende giudiziarie, morto a Roma, al Policlinico dove era ricoverato. I funerali si svolgeranno domani alle 11 nella basilica di Sant'Eugenio in via delle Belle Arti.



La moglie. «Mio marito era malato, ma questa vicenda giudiziaria gli ha spezzato il cuore, lo ha sfinito». Così la moglie di Angelo Rizzoli, Melania de Nichilo, commenta la morte avvenuta ieri sera del marito. Il settantenne produttore cinematografico accusato di bancarotta per un crac da 30 milioni di euro, affetto da una grave forma di sclerosi fin da quando era ragazzo.



Eleonora Giorgi. «È un grande dolore. Un immenso dolore». Solo con queste parole Eleonora Giorgi, con la voce rotta dalla commozione, commenta la scomparsa dell'ex marito Angelo Rizzoli.



Le vicende giudiziarie. È stata una vita tormentata dal punto di vista giudiziario quella di Angelo Rizzoli: sei processi nel corso di 26 anni, ma, tolta l'unica condanna, in sede civile, per diffamazione, l'ex produttore risulta incensurato davanti alla giustizia italiana. Il primo arresto per Rizzoli scatta nel 1983, quando finisce in manette per bancarotta fraudolenta in amministrazione controllata in relazione al caso 'Corriere della Serà. Accusato di aver fatto sparire i fondi destinati all'aumento di capitale del 1981, passa 13 mesi in cella e viene condannato, con pena condonata, a tre anni e quattro mesi di reclusione: l'ex editore è però totalmente estraneo all'operazione, come poi dimostreranno con sentenza definitiva i magistrati milanesi che si sono occupati del crac del Banco Ambrosiano. La condanna in ogni caso sarà poi revocata nel 2009 dalla Cassazione, dopo che nel 2006 il reato viene depenalizzato. Al termine della quasi trentennale vicenda giudiziaria che riguarda la casa editrice, Rizzoli ottiene sei assoluzioni definitive con formula piena, ma i guai per lui non finiscono ancora. Solo qualche mese fa, infatti, per l'ex produttore arrivano altre grane: è il 14 febbraio scorso quando viene arrestato dalla Gdf di Roma per un crac di oltre 30 milioni di euro. L'accusa è di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, per aver, secondo la procura capitolina, cagionato con dolo il fallimento di 4 delle società controllate dalla holding di cui è amministratore unico, la 'Rizzoli Audiovisivi Srl'. In quell'occasione gli vengono sequestrati beni per 7 milioni di euro, compresi la residenza della famiglia ai Parioli, la tenuta 'Cà de dogì, diversi terreni a Capalbio e alcune quote societarie. Una detenzione pesante, per l'ex editore 70enne, già malato, tanto che la stessa Procura di Roma esprimerà parere favorevole agli arresti domiciliari.



I sanitari. L'ex produttore cinematografico Angelo Rizzoli, morto questa notte al policlinico Gemelli di Roma, soffriva di problemi cardiovascolari. Rizzoli, che era ricoverato nel reparto di Unità intensiva coronarica al Gemelli, era gravemente malato. A riferirlo all'Adnkronos Salute sono fonti del Policlinico, che precisano: Non era il primo ricovero. Rizzoli era seguito dai nostri medici da anni.



Le reazioni. «Apprendo con sgomento e commozione della scomparsa dell'amico Angelo Rizzoli e non posso esimermi dal denunciare con forza che è stato ucciso dall'ennesimo incomprensibile accanimento giudiziario -dimenticato da tutti gli amici politici che si avvicendavano a casa sua- e che troppo spesso passa sotto silenzio nel nostro Paese». Lo afferma la deputata di Forza Italia Michaela Biancofiore. «Angelo Rizzoli, come tutti sanno, era malato di Sla -una delle malattie più invalidanti che si conosca- i magistrati ne erano perfettamente coscienti e lo hanno sottoposto comunque all'umiliazione degli arresti e allo stress fisico derivante . Non ci sono parole -dice ancora Biancofiore- se non quelle di continuare a denunciare un sistema che non è da Paese civile sul quale tutta la politica e le istituzioni devono riflettere e velocemente. Porgo le più sentite condoglianze alla moglie Melania -ex collega- e ai figli, ai quali va tutta la mia vicinanza umana».



«Esprimo profondo cordoglio e strettissima vicinanza all'amica Melania Rizzoli e a tutta la famiglia per la perdita di Angelo Rizzoli. Sono sgomenta di fronte a questa morte, avvenuta dopo l'aggravarsi delle condizioni di salute di Angelo a seguito del carcere e mi domando: adesso quel medico che ha detto che la sua condizione era compatibile con il carcere, rispetto al fatto che le sue condizioni generali sono precipitate proprio a seguito di questo calvario, pagherà in qualche modo? Che bisogno c'era di arrestare un uomo malato ma non terminale?». Lo sottolinea la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo.



«Esprimo il dolore mio e di tutti i deputati di Forza Italia per la morte di Angelo Rizzoli e siamo vicini alla nostra collega Melania. Ma c'è anche rabbia dinanzi alla tortura che un malato grave ha subito attraverso una custodia cautelare infame». Lo afferma Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. «Inutilmente Melania, che è medico di grande competenza, ha fatto presente l'inumanità di questo trattamento», conclude.



«Esprimo a Melania affetto e amicizia. La vicenda intera che ha colpito Angelo Rizzoli, la sua agonia e la sua morte rappresentano fatti che umiliano l'Italia». Lo afferma il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone, di Forza Italia.



«Angelo Rizzoli è stato ucciso da quella parte magistratura inumana che fa della tortura e della privazione della liberta personale, anche nei confronti di persone in gravi condizioni di salute, l'unico strumento per cercare di estorcere prove attraverso la confessione sotto costrizione. Alla moglie Melania va il nostro affetto, il cordoglio e la solidarietà, perche piange l'ennesima vittima della malagiustizia». È quanto dichiara il deputato di Forza Italia e segretario della commissione giustizia alla Camera, Luca d'Alessandro.



«Angelo Rizzoli, l'ultimo martire di un sistema ingiusto e cieco anche di fronte alla sofferenza. A cosa valgono i richiami del Capo dello Stato, le inchieste giornalistiche e le impietose classifiche internazionali se poi la maggioranza del Parlamento e il governo decidono scientemente di eludere il gravissimo problema del sistema giudiziario e carcerario italiano? Quante altre vittime ancora per la negazione di una riforma ormai ineludibile?». Così la portavoce del gruppo Forza Italia alla Camera dei deputati Mara Carfagna, porgendo un «affettuoso e intenso abbraccio alla moglie Melania e alla famiglia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA