Steve Hackett: «Vi racconto l'ultimo periodo nei Genesis». E la rivista Prog arriva a quota 12

Prog Italia,la copertina del maggio 2017
di Enzo Vitale
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Venerdì 19 Maggio 2017, 21:29 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 17:11
Due anni per 12 numeri. Oltre ogni previsione. In tempi come questi è una specie di record.
Nell'epoca della rivoluzione digitale c'è una rivista che ancora offre il gusto e il piacere di recarsi in edicola. Il profumo della carta, le foto patinate, i contenuti di qualità la rendono per così dire.......appetibile.
Prog, la rivista diretta e curata da Guido Bellachioma, compie in questo mese due anni. E lo fa in grande stile.

Tante le chicche musicali contenute nell'ultima uscita a partire dall'intervista a Steve Hackett. L’ex chitarrista dei Genesis racconta in esclusiva i retroscena legati alla realizzazione del suo ultimo album con il gruppo inglese, Wind & Wuthering,  con una sua personale guida all’ascolto brano per brano.  Ben 25 pagine e anche il commento di Colin Elgie, il disegnatore delle copertine di Wind & Wuthering e di Trick Of The Tail.
E a quasi 50 anni dalla nascita del gruppo inglese e della tanto attesa ma improbabile reunion, l'ex chitarrista parla a tutto tondo della sua ultima avventura nella band. ,
Nel capitolo “L’opera rock” è la volta di Jesus Christ Superstar con Ted Neeley, autentica leggenda vivente. Lo Speciale è invece dedicato allo scomparso Greg Lake, ricordato dai grandi protagonisti della scena progressive. In primis da Carl Palmer, compagno di avventura in ELP.



PAROLA A STEVE HACKETT (brano dell'intervista)


«Anche dopo quarant’anni penso che WIND & WUTHERING sia uno degli album migliori dei Genesis: dentro ci sono davvero delle belle cose. Personalmente preferisco il lato B alla prima facciata. Ma quello che mi preme più sottolineare è che si tratta di un album molto ben bilanciato. Nei testi non si parla solo della guerra, delle difficoltà dell’epoca… il contenuto musicale non è solo il solito prog rock complicato e impenetrabile. C’è di più. Per noi rappresentò un grande traguardo: riuscire a confezionare un disco di qualità ma al tempo stesso che fosse più accessibile. Sono sicuro che WIND & WUTHERING è destinato a passare alla storia come uno degli album migliori nella storia del rock, e i fan mi stanno dando ragione, non sono solo io a pensarla così. Quello che sto cercando di fare attualmente è di rivalutarlo, suonandolo il più possibile dal vivo: con la mia band eseguo anche un pezzo meno conosciuto di quelle stesse session, come Inside And Out, e devo dire che ci viene benissimo. Voglio permettere al pubblico di riappropriarsi di queste canzoni. Una volta ho sentito Segovia parlare proprio in questi termini a proposito della musica di Enrique Granados, che lui suonava alla chitarra: “È un modo per restituire al pubblico un pezzo dell’anima della Spagna”. Io cerco di fare la stessa cosa. WIND & WUTHERING è veramente un bel disco, e avrebbe potuto essere ancora migliore; ma del resto ogni album potrebbe essere sempre migliore: la maturità sta nell’accettare quello che è stato e amare un album per quello che è. Consiglio vivamente di riascoltarlo nella versione in 5.1, perché nel surround mix è possibile apprezzare particolarmente l’utilizzo dei vari loop di chitarra che si materializzano dietro le spalle dell’ascoltatore»......


PAROLA A TED NEELEY


Oggi si tende a dimenticare lo shock che il musical provocò all’epoca, allo scandalo…
«Molto!!! La gente protestò ovunque. A Broadway, per entrare in teatro e tenere lo spettacolo, dovemmo farci strada tra la gente: voleva linciarci per impedirci d’interpretare quello show orribile e, secondo loro, anti cristiano. Ritornando alla domanda. Volevo interpretare Giuda perché mi piacevano davvero tanto le canzoni che il suo personaggio cantava. In tutta onestà, non mi era mai passato per la mente d’interpretare il ruolo di Cristo, perché tutti conoscono Gesù, anche quelli delle altre religioni o gli atei, e, quindi, ognuno sarebbe stato un critico feroce. Ho pensato che Giuda sarebbe stato qualcosa in cui avrei potuto calarmici più facilmente poiché le persone non conoscevano molto di lui… a parte quello che si presumeva avesse fatto! Davvero non ho mai immaginato come sarebbe stata la mia vita se nel flim fossi stato Giuda. Però posso dire che Carl Anderson, il mio miglior amico, che ha interpretato quel ruolo nel film, ha avuto una vita stupenda e una meravigliosa famiglia. Penso che anche per me non sarebbe stata una vita malvagia. Giuda nel nostro racconto cercava di fare la cosa giusta ma non sapeva davvero cosa stesse capitandogli. Era confuso, capisci?»


CARL PALMER: ECCO CHI ERA GREG LAKE (brano dell'intervista)



Deve essere stato uno shock per lei apprendere della morte di Greg, vero?
«Io e Greg non eravamo più in contatto da circa sei anni. Sapevo che era malato, ma non sembrava molto interessato a incontrarmi».

Qual è stato il contributo di Greg Lake negli ELP?
«Ovviamente il suo contributo è stato eccezionale. Grazie ai suoi brani, abbiamo iniziato ad avere numerosi passaggi radiofonici anche in America; poi la musica ha fatto il resto, portando la band ai livelli eccezionali a cui è arrivata in seguito. Indubbiamente gli ELP devono molto a Greg».

Greg aveva più volte parlato dell’immediata intesa che si è creata tra di voi quando avete formato gli ELP.
«Sì, c’era una profonda intesa tra noi. Non c’era un’individualità che prevaleva sulle altre, eravamo un’entità unica e fortemente coesa. Quando eravamo insieme, sentivamo che c’era una profonda empatia. Greg era un elemento fondamentale nel gruppo; amava comporre quei suoi caratteristici brani folk: quasi delle canzoni d’amore, anche se non utilizzò mai la parola “amore” nei testi dei nostri primi album. Aveva delle caratteristiche che si adattavano perfettamente al contesto musicale che avevamo creato. Greg non era proprio un bassista, direi più un chitarrista acustico. Probabilmente odiava suonare il basso! Anzi, nel nostro ultimo album, IN THE HOT SEAT, l’ha suonato davvero poco. Le tracce di basso su quel disco erano quasi totalmente riprodotte da Keith alle tastiere. Quando le cose tra noi funzionavano, ogni momento era un momento buono e si riusciva a lavorare davvero in grande armonia».




















 
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