Preakness Stakes, a Pimlico trionfa il "grande vecchio": Dettori è solo settimo

Wayne Lukas, allenatore 88enne, vince le Preakness Stakes sul fango

Preakness Stakes, a Pimlico trionfa il "grande vecchio": Dettori è solo settimo
di Piero Mei
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Domenica 19 Maggio 2024, 16:08

Frankie Dettori non è riuscito a far meglio che classificarsi settimo su otto partenti in sella a Imagination nelle Preakness Stakes, la seconda gara della Triplice Corona ippica, disputata nella notte fra sabato e domenica a Pimlico, il vecchio e fatiscente ippodromo di Baltimora, nel Maryland, pista “dirt”, cioè senza erba, sterrata si direbbe, che nell’occasione era una pista di fango.

Ippica, seconda gara della Triplice Corona 

Ma Dettori, 53 anni, avrà avuto anche modo di pensare all’idea della pensione che gli era balenata in testa l’anno scorso, ripensandoci poi per inseguire il sogno americano, perché l’eroe della giornata, seppure non in sella (però ogni mattina si sveglia alle 3 e mezza che è ancora notte, monta a cavallo e va a vedere di persona i lavori dei suoi purosangue) ha 35 anni più di lui: l’allenatore del cavallo vincitore, che di nome fa Seize the Grey, Darrell Wayne Lukas, di Antigo, nel Wisconsin, nacque il 2 settembre 1935. Non ha mai pensato alla pensione né di lasciare il cappello Stetson, quello da cowboy a larghe falde, e gli occhiali da sole, l’outfit di John Wayne nei film western quando non era un Berretto Verde. L’ultima volta che aveva vinto una delle tre prove della Triplice Corona (ne ha vinte 15), nel 2013 con Oxbow ed erano anche quella volta le Preakness, Lukas aveva detto che intendeva battere il record di più anziano allenatore vincente che apparteneva a Sunny Jim Fitzsimmons, vincitore a 82 anni delle Preakness con Bold Ruler.

Le Preakness sono il perno di questa storia: 44 anni fa, grazie al cavallo Codex, furono la prima vittoria classica delle 15 ottenute in carriera da Lukas, che si era dedicato all’allenamento dei purosangue dopo anni da coach nel basket del liceo e di trainer di un’altra razza equina, quella dei velocissimi quarter horses, nati dall’incrocio fra il purosangue inglese e il mustang, i cavalli dei cowboys che per un quarto di miglio possono arrivare anche alla velocità di 71 chilometri orari (il purosangue da corsa s’aggira sui 60).

Seize the Grey è, come dice il nome “Prendi il grigio”, un tre anni di mantello grigio (frutto di una diversa e più rara pigmentazione) il rappresentante dell’ippica più moderna nelle mani dell’allenatore più tradizionale: la proprietà di questo cavallo, costato 300 mila dollari da puledro, è una multiproprietà che si chiama My Racehorse ed è fatta da cinquemila azionisti.

In molti hanno affollato a Pimlico il recinto del vincitore, il che ha fatto dire all’ironico Lukas che gli sembrava “di stare a una fiera del bestiame”. L’arzillo 88enne ha anche commentato la processione di colleghi che andavano a stringergli la mano: “Lo hanno fatto perché non vedono l’ora di sbarazzarsi di me…”. Seize the Grey, che aveva in sella il 25enne portoricano Jaime Torres, ha preso subito la testa della corsa di 1.900 metri togliendo così la possibilità tattica che i pronostici davano per scontato a Dettori che si pensava avrebbe assunto subito il comando delle operazioni. “Ci siamo guardati negli occhi, Frankie ed io, e sono andato” ha raccontato poi Torres che ha subito messo schizzi di fango fra sé e gli inseguitori. E’ stato sempre avanti fino al traguardo che ha tagliato per primo con due lunghezze e un quarto di vantaggio su Mystik Dan, il vincitore del Kentucky Derby, favorito a 5 contro 2 (Seize the Grey era a 9 contro 1) che ha così perduto la chance di vincere la Triplice Corona. Seize the Grey non aveva corso il Derby.

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