Perugia, caso Forabosco: archiviate tutte le accuse contro la direttrice sanitaria

Il tribunale di via XIV Settembre
di Enzo Beretta
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 09:26

Archiviata la posizione di Anna Cirronis, 52 anni, direttrice sanitaria del Centro diurno ‘Il Forabosco’ di Perugia al centro di un’indagine su presunti maltrattamenti ai danni di pazienti psichiatrici. La donna, accusata del reato di omissione di referto, ha ricevuto l’atto che mette la parola fine alla sua vicenda giudiziaria. «Non si ravvisano gli estremi dei reati in contestazione né di altri ipotizzabili reati - scrive il gip Margherita Amodeo rispondendo alla seconda richiesta di archiviazione -. Il pubblico ministero - specifica il gip - ha proceduto all’audizione di due operatori e di uno psicologo della struttura ‘Il Forabosco’. Dall'esito di tali escussioni è emerso che la dottoressa Cirronis, nelle occasioni in cui venivano notati lividi sul corpo di Omissis, cercò di capirne l’origine chiedendo anche agli operatori, o portando la circostanza alla loro attenzione nel corso delle riunioni ed informandone i genitori del ragazzo. Inoltre, i testi escussi hanno riferito che riguardo ai lividi riscontrati a Omissis non vi era particolare allerta in quanto quest'ultimo a volte si procurava lividi per la patologia sofferta». Il gip rileva l’«infondatezza del reato» di omissione di referto per la direttrice sanitaria difesa dall’avvocato Delfo Berretti.
Il filone principale dell’inchiesta, vale a dire quello dei maltrattamenti, si discuterà nel corso dell’udienza preliminare in programma per il 29 febbraio 2024 davanti al giudice Piercarlo Frabotta.

Sono tre gli operatori imputati: uno, difeso da Giuseppe Berellini, patteggerà la condanna, altri due (difesi da Nicodemo Gentile e Antonio Cozza) discuteranno gli abbreviati, il quarto (difeso da Luca Gentili) ha patteggiato in fase di indagine.

Richiesta di rinvio a giudizio o richiesta di archiviazione: sarà questa, invece, la decisione che dovrà prendere la Procura di Perugia che all’esito dell’incidente probatorio ha riavuto indietro gli atti del fascicolo legato alla morte del 17enne Alex Mazzoni, deceduto l’11 marzo 2020 all’ospedale di Perugia dopo alcuni cicli di chemioterapia. Le conclusioni dei periti del giudice (il medico legale Beatrice Defraia, l’ematologo Alberto Bosi e il chirurgo Paolo Fabbrucci) non sono sfavorevoli agli otto medici indagati per omicidio colposo, tutti difesi dall’avvocato Giancarlo Vit, gli stessi professionisti per i quali nel marzo 2021 era stata avanzata richiesta di archiviazione prima che la famiglia del giovane tornasse alla carica chiedendo la riapertura del caso. 

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