Era il settembre del 2019 quando Walter Squeo, marittimo di Giulianova e presidente della cooperativa "Mare blu", alla quale aderiscono 22 imbarcazioni, pescò il primo esemplare di granchio blu in Abruzzo. «Erano circa le tre e mezza di pomeriggio - racconta -. Mi trovavo nei pressi della foce del Tordino quando notai questo granchio e lo presi. Non sapevo bene cosa fosse. Dalle foto l'ho capito in seguito, allora e lo ributtai in acqua. Pensavo ad un granchio "riuscito male".
E invece oggi quel crostaceo sembra davvero essere diventato una minaccia. «I miei colleghi vongolari - aggiunge - lo temono moltissimo perché la sua specie preferita sono proprio le vongole che riesce a rompere con le sue grandi chele per poi succhiarne il contenuto. Per fortuna non si sono registrati molti casi. Attualmente alcuni esemplari sono stati notati nel porticciolo di Roseto là dove il fiume s'incontra con l'acqua salmastra del mare in quanto il granchio sembra preferire non un'acqua completamente salata ma in qualche modo "corretta" da quella del fiume"».
Il problema è stato sollevato anche dalla Regione Abruzzo. «E' vero - dice ancora Squeo -. Infatti il vicepresidente della giunta Emanuele Imprudente ha inviato una circolare a tutte le associazioni di categoria nella quale si sostiene che la proliferazione del granchio blu rappresenta un'emergenza ed una minaccia per le imprese della pesca e dell'acquacoltura e bisogna tenere conto delle quantità catturate e smaltite».