Le esche spaziano dalla possibilità di ottenere dei rimborsi sulle tasse di iscrizione all’Università d’Annunzio al dover risanare una esposizione debitoria con le banche. Tocca dunque diversi studenti universitari dell’ateneo di Chieti-Pescara, una truffa telematica che vede come parti offese le stesse banche, ma anche la stessa UdA. Una indagine che potrebbe allargarsi a macchia d’olio e che vede al momento iscritto sul registro degli indagati un giovane di Pescara, dopo le prime fasi di indagine della Polizia postale di Chieti e di Pescara, sotto il coordinamento della dirigente Elisabetta Narciso.
Secondo quanto ricostruito fino a oggi dagli investigatori, diversi studenti universitari hanno ricevuto sulla loro mail universitaria dalla casella di posta elettronica “supporto@uni-ch.it”, l’invito ad inviare dati sensibili numero di cellulare, coordinate bancarie, percorso di studio intrapreso, copia fronte/retro di un documento di riconoscimento e della tessera sanitaria) per ottenere il rimborso delle tasse di iscrizione dall’anno accademico 2020/2021 presso l’Università di Chieti.
Un aiuto di non poco conto che come è prevedibile, ha indotto appunto diversi universitari a rispondere alla mail, inviando tra l’altro copia dei docuemnti in formato Jpeg, ovvero con lo standard fotografico.
Gli investigazioni attraverso gli accertamenti telematici (e con la collaborazione delle stesse compagnie telefoniche) sono risaliti almeno ad uno dei responsabili dei raggiri. Si tratta di M.D.A. di Pescara che è stato denunciato in stato di libertà con le accuse di truffa e sostituzione di persona. Le indagini vanno avanti per appurare la reale portata dell’attività delittuosa e per vedere se dietro al ragazzo possa esserci una vera e propria organizzazione criminale.