Adescava i clienti su uno dei siti d'incontri più utilizzati in rete per fissare con loro prestazioni sessuali a pagamento, o in alternativa della cocaina, ma una volta a casa gli uomini venivano sequestrati e rapinati con la complicità del fidanzato. Si è concluso, ieri, a Teramo, il processo con un abbreviato ed una doppia, dura, condanna per la coppia che, dallo scorso gennaio, è finita agli arresti domiciliari accusata di una lunga serie di reati.
Si tratta di un 33enne originario di Napoli, L.T., difeso dall'avvocato Gabriele Rapali, nei confronti del quale si è aggravata la misura ed è finito in carcere, e della sua fidanzata 28enne A.T., residente a Controguerra, dove sono avvenuti i fatti, difesa, invece, dall'avvocato Emidio Gasparrini. Il giudice Marco Procaccini li ha condannati complessivamente a 19 anni e 6 mesi di reclusione (a lui 10 anni, a lei 9 anni e 6 mesi), superando le richieste dalla pm Monia Di Marco.
Nei loro confronti i reati contestati sono a vario titolo l'estorsione, la rapina aggravata e il sequestro di persona in concorso, l'indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dai contanti, la guida senza patente e due violazioni del foglio di via obbligatorio emessi dal questore. Nonostante le parti offese identificate dalla procura siano quattro, uno dei quali spuntato successivamente alle prime denunce, solo uno di loro si è costituito parte civile.
Secondo quanto raccontato dai clienti della donna e poi ricostruito dagli inquirenti, gli uomini, che erano stati in precedenza contattati telefonicamente sull'utenza che la 28enne aveva pubblicato nell'inserzione on line con un nome fittizio, quando arrivavano a casa della donna passavano dalle braccia di lei a quelle del suo fidanzato che era lì ad attenderli e li prendeva a calci e pugni per poterli rapinare di soldi, cellulari e ogni oggetto in loro possesso.
Gli episodi contestati risalgono ad ottobre e dicembre dello scorso anno, qualche mese prima che scattasse la misura cautelare eseguita, poi, dai carabinieri della compagnia di Alba. Ai fidanzati gli inquirenti sono riusciti a risalire proprio grazie alla denuncia che alcune delle vittime hanno presentato alle forze dell'ordine subito dopo gli episodi per i quali sono dovuti ricorrere addirittura a cure mediche. Per loro c'è voluto coraggio per presentarsi in caserma a Corropoli e raccontare l'accaduto anche perché ai pestaggi si erano aggiunte le minacce di riferire tutto ai loro familiari. Addirittura c'è pure chi si è visto puntare un coltello a serramanico alla gola dal 33enne. «Ti spancio», gli avrebbe detto per farsi consegnare tutto. Bottini magri, tranne in un'occasione, quando nell'auto di un cliente sono stati trovati 300 euro. E' all'uomo che vengono contestate due violazioni al foglio di via emesse dal questore, mentre alla donna la guida senza patente di una panda di proprietà di un cliente, con l'aggravante di aver commesso i fatti al fine di eseguire una rapina.