L’AQUILA – Avrebbero esportato a Pizzoli il metodo napoletano sul riciclaggio delle somme di denaro frutto di truffe online, riuscendo anche ad attirare anche altri complici sempre residenti nel Comune dell’Alto Aterno. Insomma: è una vera centrale del riciclaggio a livello nazionale quella scoperta dai carabinieri della stazione di Pizzoli, diretti dal Maresciallo Maggiore, Gaetano Delle Curti, se si considera il numero degli abitanti del Comune (4 mila circa) e gli indagati (7) nell’attività di indagine che con il passare del tempo potrebbe riservare importanti sviluppi.
Dalla provincia di Palermo a quella di Cuneo passando per Pizzoli. Il meccanismo è sempre lo stesso: inserzioni-esca sui siti di annunci dove venivano messi in vendita prodotti assicurativi o finanziari. Gli introiti delle truffe indirizzati alla carta prepagata “madre”, ovviamente risultata in tutti i casi scoperti intestata ad un cittadino di nazionalità straniera, venivano poi riciclati attraverso la ricarica di altre carte prepagate intestate a persone compiacenti. In questo modo decine di persone sono state raggirate dalla banda che ha guadagnato decine di migliaia di euro grazie alle vendite fantasma di tali prodotti.
CHI SONO
In particolar modo i militari della stazione di Pizzoli hanno scoperto come M.D.M (donna) e V.I. (uomo) entrambi di Napoli ma residenti a Pizzoli, oltre ad essersi messi a disposizione per ricevere il denaro provento di truffe, sarebbero riusciti a procacciare altri soggetti, anche questi tutti residenti a Pizzoli, per mettere anche loro a disposizione i loro conti correnti per far transitare i proventi delle truffe.
Praticamente le somme una volta ricevute venivano poi immediatamente riciclate attraverso l'immediata ricarica di altre carte prepagate “pulite” intestate a persone compiacenti. Soggetti che poi si recavano presso sportelli bancari sia di Pizzoli o dell’Aquila ma anche in uffici postali per prelevare il denaro e consegnarlo direttamente nella mani dei due campani, che gli investigatori ritengono a capo di questo meccanismo certamente non terminale. Infatti c’è il forte sospetto che dietro i due napoletani residenti a Pizzoli possa esserci una vera e propria organizzazione criminale specializzata nelle truffe e sul riciclaggio.
L’attività dei carabinieri del Maresciallo Maggiore Delle Curti è stata caratterizzata da perquisizioni, pedinamenti e riscontri bancari, tutto sotto il coordinamento della Procura della Repubblica dell’Aquila, nella persona del sostituto procuratore Marco Maria Cellini. Prezioso nella riuscita dell’attività investigativa è risultato anche lo scambio di informazioni con i colleghi di Napoli visto che alcuni degli indagati sono saltati fuori da analoghe inchieste in Campania che non sono ancora concluse. Secondo gli investigatori, le truffe per ora accertate sarebbero solo la punta di un iceberg.
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