Tassi fermi al 4,50%, la Bce decide stop agli aumenti dopo dieci rialzi consecutivi: «Netto calo dell'inflazione»

Un taglio dei tassi «non è stato discusso, è prematuro assolutamente anche solo discuterne, ora dobbiamo stare fermi, siamo in pausa», ha detto Christine Lagarde

Tassi fermi al 4,50%, la Bce decide stop agli aumenti dopo dieci rialzi
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 14:25 - Ultimo aggiornamento: 16:03

Stop al rialzo dei tassi, la Bce finalmente opta per una pausa. Ha deciso infatti di lasciare i tassi d'interesse invariati. È la prima pausa dopo la serie di dieci aumenti consecutivi. È una pausa nei rialzi, vuol dire che i tassi non vengono aumentati ma nemmeno tagliati. E la decisione di oggi, tra l'altro, non esclude nuovi rialzi. L'obiettivo della politica monetaria della Banca centrale europea è riportare l’inflazione a 2% nel medio termine. Secondo i dati registrati dall'istituzione europea che gestisce l'euro c'è stato un netto calo dell'inflazione e quindi si può mettere in pausa l'aumento progressivo del costo del denaro.

Un taglio dei tassi «non è stato discusso, è prematuro assolutamente anche solo discuterne, ora dobbiamo stare fermi, siamo in pausa», ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde al termine della riunione del board.

«Crediamo che i tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell'inflazione al nostro obiettivo. Continueremo a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione», ha detto Lagarde, nella conferenza stampa ad Atene dopo la riunione del Consiglio Direttivo che ha mantenuto fermi i tassi dopo 10 rialzi consecutivi.

«Siamo in pausa ma non vuol dire che non rialzeremo di nuovo» i tassi, che sono «il miglior strumento che possiamo usare» per far tornare l'inflazione al 2%, ha sottolineato Lagarde. 

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Il tasso sui rifinanziamenti principali resta fermo al 4,50%, quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%.

Lo comunica l'Istituto centrale al termine della riunione che si è tenuta ad Atene.

Pausa nella manovra di stretta monetaria, dunque, e ha lasciato il costo del denaro invariato dopo 10 sedute consecutive di rialzi per complessivi 450 punti base.

Le nuove informazioni - si legge nel comunicato - hanno confermato sostanzialmente la valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. «Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell'inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell'inflazione».

«Il Consiglio direttivo - prosegue il comunicato - ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finchè necessario». Confermata infine la linea per quanto riguarda il Pepp: i reinvestimenti continueranno almeno fino alla fine del 2024.

Stop rialzo dei tassi, effetto su spread e borse calme

Lo spread tra Btp e Bund oscilla intorno ai 200 punti dopo che la Bce ha lasciato i tassi fermi al 4,50%. Il rendimento del decennale italiano è al 4,88% (-2 punti base). I mercati azionari del Vecchio continente si sono mossi di pochissime frazioni dopo la decisione attesa della Bce di mantenere i tassi invariati, in attesa di analizzare il discorso della presidente della banca centrale Christine Lagarde. La Borsa peggiore resta quella di Francoforte, che cede l'1,3% e guarda sempre allo scivolone di circa il 30% di Siemens Energy. Milano cede lo 0,5%, in calo poco sotto il punto percentuale il listino azionario di Madrid, con Londra, Parigi e Amsterdam in ribasso attorno allo 0,4%. L'euro resta fiacco su quota 1,054 contro il dollaro.

«L'inflazione sarà ancora troppo alta», cosa ha detto Lagarde

«Ci si attende tuttora che l'inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l'inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell'inflazione di fondo ha continuato a diminuire». Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa ad Atene.

«Le misure contro il caro energia andrebbero ritirate»

«Con il venir meno della crisi energetica i governi dovrebbero continuare a ritirare le relative misure di sostegno». Lo ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa ad Atene sottolineando che ciò è essenziale per evitare di sospingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine e rendere altrimenti necessaria una risposta ancora più forte di politica monetaria.

«I prezzi dell’energia erano scesi, ma recentemente sono cresciuti di nuovo e sono poco prevedibili in un nuovo contesto di tensioni politiche». Cosi Christine Lagarde, presidente della Bce in conferenza stampa dopo le ultime decisioni di politica monetaria. 

«Gli eventi estremi e la crisi climatica possono spingere i prezzi dell’alimentare più del previsto», ha detto Lagarde.

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