Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Effetto tassi/ Le banche in utile e la questione degli extraprofitti

di Angelo De Mattia
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Venerdì 9 Febbraio 2024, 00:12

È la fase delle “vacche grasse”? Si susseguono i risultati di esercizio di successo, per ora, delle principali banche e non solo. Un quadro che non si sarebbe potuto immaginare qualche anno fa. Ha cominciato, nella serie dei risultati straordinari, Unicredit, è seguita Intesa - S,Paolo, quindi Bper, poi la Popolare di Sondrio, il Montepaschi ( che torna all’utile), pure una Banca minore, ma storica, qual è il Mediocredito centrale. Come si sia arrivati a questa situazione senz’altro rosea è abbastanza chiaro: certamente, hanno concorso la capacità e l’impegno dei banchieri e di coloro che lavorano nel settore, ma fondamentale è stata la forte crescita del margine d’interesse, la differenza cioè tra i tassi di remunerazione del riparmio e quelli relativi alla concessione del credito, conseguenza della politica monetaria della Bce e della sua impostazione per il contrasto dell’inflazione con l’aumento del costo del denaro.

È aumentato anche il costo delle commissioni riguardanti le operazioni bancarie. In sostanza, risparmiatori e prenditori di crediti, da un lato, con la raccolta che dovrebbe essere meglio remunerata e gli impieghi sui quali gravano tassi elevati; dall’altro, i ricavi e gli utili eccezionali. Contraddizioni (fino a un certo punto) tra risparmio, investimenti, redditività bancaria. A fronte di questo panorama, si ridurrebbe il bilancio della Bce da oltre 8mila miliardi a 6mila e vedremo come ciò, in definitiva, impatterà sugli utili della stessa Banca centrale nonché delle Banche centrali nazionali dell’Eurosistema, ivi inclusa Bankitalia, e sulla liquidità che costituisce un dato cruciale per la stabilità aziendale e sistemica.


Naturalmente, non esiste un assoluto automatismo dei riflessi delle decisioni della Bce su quelle delle banche. In ogni caso, aggiustamenti nella remunerazione del risparmio o trasferimenti verso il risparmio gestito sono pure in atto, come prime risposte. Si può, poi, ritenere che gli eccezionali risultati aiutino a “mettere fieno in cascina” in previsione della fase delle “ vacche magre” che non si può escludere in linea di principio e, comunque, di un eventuale aumento dell’ammontare dei crediti deteriorati. E’ importante verificare come sarà impiegato il capitale in eccesso. Ciò ci riporta alla questione degli “ extraprofitti” e alla decisione del Governo, alla fine giusta, di sopprimere “ in culla” la tassa come originariamente concepita e di stabilire l’alternativa tra il pagamento di una imposta riveduta e corretta e il conferimento al patrimonio dell’importo fissato dalla legge.

Ma quest’ultima opzione, verso la quale si è indirizzata la generalità degli istituti, dovrebbe consentire di aumentare i prestiti concedibili a imprese e famiglie, in ogni caso una migliore operatività che va valutata non solo, come è naturale, per la crescita di valore degli azionisti, ma anche per come la banca risponde alla propria ragion d’essere, remunerare meglio il risparmio e sostenere più efficacemente imprese e famiglie. Una questione-credito, senza forzature e allarmismi, pur si pone.

E’ sperabille che la politica monetaria cambi ora che l’inflazione marcia verso il prescritto target del 2 per cento e la crescita resta, nell’Euroarea, sostanzialmente asfittica, sia pure in un molto difficile contesto geopolitico, e che cambi non alle calende greche e inizi una riduzione dei tassi di riferimento. Il Bollettino mensile della Bce, pubblicato ieri, conferma , tra l’altro, che la crescita è risultata ferma nell’area nel quarto trimestre 2023 e che ora è possibile si attivi un recupero lento. Comunque, il Bollettino ricorda che le aspettative dell’ inflazione sono orientate al 2 per cento. E allora? A tal punto sarebbe molto opportuno se vi fosse un raccordo tra politica monetaria, politica economica e politica dei redditi. A una fase di calo dei tassi di riferimento, le banche debbono prepararsi, come del resto sostenuto, nei mesi scorsi, dallo stesso Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. 


Sabato prossimo, il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, terrà il suo primo discorso da quando si è insediato al vertice di Palazzo Koch, alla comunità degli operatori finanziari, a Genova: mai come ora, sono necessarie, da parte sua, parole chiare e indirizzi motivati e decisi che riguardino anche la Vigilanza bancaria. Sarà anche una prova della comunicazione istituzionale. In qualsiasi modo si giudichi il successo bancario in questione, è impossibile immaginare che non debba avere sviluppi che guardino anche agli interessi generali. Non è certo una vincita al casinò.
 

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