Aprilia, l'uomo ferito: «Non è razzismo, chi spara è solo un delinquente»

Aprilia, l'uomo ferito: «Non è razzismo, chi spara è solo un delinquente»
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 18 Agosto 2018, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 09:36
«Quando uno spara non è questione di razzismo o meno, sono dei piccoli delinquenti e basta». Il giorno dopo il clamore mediatico per il suo caso, con il ferimento in pieno centro ad Aprilia il giorno di Ferragosto, Mdella ripercorre l'accaduto. L'uomo originario del Camerun, 50 anni, da 25 in Italia e da 20 residente ad Aprilia, stava passeggiando: «Ho sentito come l'esplosione di petardi alla mia sinistra, ho visto che qualcuno si nascondeva, ho camminato per un po'e al semaforo mi sono fermato, avevo un forte dolore e usciva sangue». Da lì l'immediata richiesta di soccorso a un ambulatorio veterinario, la prima struttura che si è trovato davanti, e la chiamata ai soccorsi. «Mi hanno portato in ospedale, hanno visto la ferita, mi hanno fatto la lastra ed escluso il peggio, ai carabinieri avevo indicato il luogo dove avevo visto nascondersi delle persone e sono venuti a dirmi che avevano trovato il fucile, quindi mi hanno accompagnato in caserma».
Lì, mentre i ragazzi si trovavano in un'altra stanza, ha ricostruito l'accaduto con gli investigatori del reparto territoriale. «Non li ho visti e non li voglio vedere, ho fatto denuncia, aspetto che ci siano novità - aggiunge l'uomo, al momento disoccupato - lo ripeto, non è questione di nero o bianco, se provi una volta a sparare e poi lo rifai ancora non sei un bravo ragazzo, perché non si fa e basta».
Mdella è molto conosciuto ad Aprilia, come la moglie e i figli adolescenti: «Mai avuto un problema, di nessun genere, siamo persone che rispettano le leggi e dico la verità mai ho avuto la sensazione di essere guardato strano per il colore della mia pelle». Fino all'altro giorno, forse, anche se i ragazzi continuano a ripetere che non c'è alcuna questione razziale, volevano solo provare quel fucile ad aria compressa. Forse è addirittura peggio.
LE REAZIONI
«È un fatto grave che tre individui, forse per noia, decidano di sparare contro una persona colpevole solo di trovarsi nel posto sbagliato e nel momento sbagliato ed è ferma la condanna della Lega di Aprilia, che biasima l'atteggiamento tenuto dai tre responsabili, giustamente denunciati dopo l'intervento delle forze dell'ordine. Al tempo stesso però - aggiungono dal partito di Salvini - non possiamo non constatare come la dinamica stessa dei fatti, dimostri che Aprilia non è affatto una città razzista. L'uomo ferito è stato prontamente soccorso e medicato da chi non ha esitato neanche un secondo ad assistere una persona in difficoltà. Per questo, rispediamo al mittente le accuse di chi ha voluto intravedere un mandante politico anche dove non c'era». Un chiaro riferimento all'Associazione dei camerunensi di Roma e del Lazio che sottolineato: «Non vogliamo additare la cittadinanza di Aprilia e d'Italia di razzismo ma non possiamo negare che dietro il proliferarsi di simili vicende ci sia un mandante politico».
Secondo il Pd di Aprilia, invece: «La situazione sta degenerando ed è necessario un maggior senso di responsabilità. Il ferimento rappresenta l'ennesima dimostrazione di un clima che sta degenerando giorno dopo giorno e che va riportato al rispetto delle persone e ai valori della convivenza civile anche e soprattutto con la presa di posizione chiara e inequivocabile dei più alti livelli istituzionali a partire dal Ministero degli Interni» - dicono Salvatore La Penna segretario provinciale del Pd, Alfonso Longobardi e Vincenzo Giovannini, segretario e capogruppo consiliare ad Aprilia .

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