Gli investigatori hanno scoperto che le conversazioni e altri dati intercettati durante le attività di indagine, invece di rimanere sui server installati negli uffici giudiziari, finivano in Oregon (Usa) su alcuni server di Amazon, con accessi relativamente semplici.
Sotto accusa il software Exodus che risulta venduto anche ad una azienda di Latina che, insieme ad altre società, risulta vincolata da un accordo che prevede il noleggio solo per le intercettazioni dell'autorità giudiziaria. L'azienda pontina, che non risulta sotto indagine, opera da molti anni nel settore delle tecnologie di supporto all'attività investigativa delle forze dell'ordine e vanta una rete piuttosto ampia con sedi anche a Caserta, Catanzaro, Bari e in Sicilia. Il pool cybercrime della Procura di Napoli indaga su quattro persone e ha ottenuto dal Gip il sequestro di due società, la e-Serv srl di Catanzaro e la STM srl.
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