Una montagna di bugie pilotate dagli 007 russi per indebolire il presidente Joe Biden e aumentare le possibilità di vittoria di Donald Trump alle presidenziali di novembre. L’Fbi sbriciola le teorie di corruzione di Joe e del figlio Hunter. E quello che alcuni repubblicani avevano definito «il più grande scandalo politico degli ultimi 100 anni» si rivela una farsa inventata da un informatore del Bureau, manovrato dall’intelligence di Mosca.
Alexander Smirnov, la talpa nell'Fbi
L’uomo, il 43enne Alexander Smirnov, nato in Ucraina quando era ancora sotto il dominio dell’Unione Sovietica, è stato arrestato la scorsa settimana per aver giurato il falso.
Le spiegazioni
L’Fbi, che aveva tentato di non consegnare la documentazione alle Commissioni della Camera, perché non aveva ancora accertato la fondatezza delle parole di Smirnov, ha spiegato che è stato poi quasi «comicamente facile» smontarle, a partire dal fatto che Smirnov non ha avuto contatti con Burisma fino al 2017, che gli assegni non sono mai esistiti e che Hunter Biden non è mai stato a Kiev. Una serie di bugie clamorose dunque. Ma quello che rende il tutto molto «sinistro», per citare il noto commentatore repubblicano anti-Trump Bill Kristol, è il fatto che Smirnov ha ammesso che le bugie gli venivano imboccate da agenti dell’intelligence russa, e che ha continuato i rapporti con costoro fino allo scorso novembre. Per la precisione, Smirnov ha riconosciuto di avere mantenuto contatti «estesi ed estremamente recenti» con individui che secondo lui erano ufficiali russi di alto livello o comandavano assassini russi all’estero, e di aver spacciato recentemente «nuove bugie, che potrebbero avere un impatto sulle elezioni statunitensi».
E’ stato per queste ultime rivelazioni che l’Fbi ha chiesto al giudice, martedì, di sottoporre l’informatore a custodia preventiva, per il timore che potesse fuggire all’estero. L’implosione delle accuse che sono alla base del processo di impeachment contro Biden, ha spinto alcuni democratici a chiedere le dimissioni del presidente della Commissione di Supervisione James Comer. Lui non solo ha risposto che il processo va avanti, ma ieri ha anche ascoltato la deposizione a porte chiuse del fratello del presidente, James, il quale per la verità ha già più volte giurato che nei suoi 50 anni da uomo d’affari non ha mai coinvolto il fratello. Va comunque sottolineato che l’evidente esonero di Biden padre e figlio da accuse di collusione non si estende alle accuse di frode fiscale e di possesso illegale d un’arma di cui Hunter deve rispondere di persona, e per le quali sarà processato a giugno.