Gioco d'azzardo, famiglie e patrimoni distrutti: emergenza in provincia

A Formia la spesa pro capite è il doppio della media regionale: 5.668 euro. Un anziano tenta il suicidio, un uomo di 50 anni perde 400.000 euro

Gioco d'azzardo, famiglie e patrimoni distrutti: emergenza in provincia
di Sandro Gionti
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 11:47

«E' una situazione molto preoccupante quella che emerge negli ultimi tempi sul gioco d'azzardo nel sud pontino e negli altri tre Comuni ciociari dell'Arcidiocesi di Gaeta. Una patologia che va intesa come problema sociale e investe varie responsabilità, a livello soggettivo ma anche istituzionale», è il commento di don Francesco Contestabile, vice direttore della Caritas diocesana dopo i dati ufficiali relativi al 2022, ma pesanti anche per i mesi successivi, diffusi dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e riportati dalla stessa Arcidiocesi. Ed emerge un altro dato per nulla rassicurante: quello che riguarda Formia, che si conferma come il Comune con la giocata pro capite più alta (che comprende la componente fisica e quella telematica) con 5.668 euro, un vero e proprio record, circa il doppio rispetto alla media della regione Lazio (con 2.501 euro) e più del doppio della media nazionale (ferma a 2.306 euro).

Le puntate dell'azzardo sono così distribuite: per il canale fisico il 48% alle Slot machine, il 19% alle lotterie istantanee, il 15% al lotto, l'8% a quota fissa, il 4% a scommesse virtuali, il 3% al Superenalotto e il resto a marginali forme di scommesse; per il canale telematico l'85% a giochi di abilità, il 12% a giocate sportive a quota fissa, l'1% a Betting Exchange e il resto a giocate non rilevanti.

LE STORIE

«In forte espansione negli ultimi tempi sono le giocate telematiche, che raggiungono il 65% delle giocate spiega l'ingegner Carlo Tucciello, referente per l'Arcidiocesi di Gaeta dello sportello per il contrasto al gioco d'azzardo, istituito dal 2015 presso la sede della Caritas nel quartiere formiano di Castellone E sono in aumento le persone che si rivolgono al nostro sportello, dove si può accedere per appuntamento dopo le 18, o alle "Tende del buon gioco" o agli altri punti di riferimento esistenti sul territorio diocesano. Sono persone di tutte le età, spesso coppie, ma nella maggior parte dei casi persone singole "devastate" dal gioco d'azzardo. L'età medie è di 40, 50, 60 anni. Confessano i loro problemi e ci chiedono di aiutarli ad uscirne fuori. Li aiutiamo come possiamo, per i casi più gravi intervengono psicologi e psicoterapeuti o il Serd presso l'ospedale di Formia».

I CASI ECLATANTI

Quali i casi più eclatanti? «Ne sono capitati diversi nel territorio diocesano - prosegue l'ingegner Tucciello C'è stato un pensionato che ha perso tanto ed ha tentato per la disperazione il suicidio, fortunatamente salvato in tempo. Un altro, poco più che cinquantenne, che è arrivato a perdere alle slot machine fino a 400mila euro. E in un Comune ciociaro compreso tra quelli dell'Arcidiocesi, una donna ha dilapidato, per la febbre del gioco, il conto corrente cointestato con la figlia e anche prestiti bancari. E c'è chi è stato costretto a vendere anche il proprio appartamento e sono andate in frantumi intere famiglie, con richieste di separazione e divorzio».

GIOCO ONLINE

E le istituzioni? «Abbiamo chiesto ai Comuni l'applicazione di norme più efficaci, rispetto dei regolamenti su spazi e orari e il divieto di bevande alcoliche e fumo nei locali in cui si pratica il gioco d'azzardo. Ma l'espansione del gioco telematico, on line, rende purtroppo difficile esercitare quei controlli che sarebbero invece indispensabili».
 

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