Lollobrigida: «Atenei, subire le proteste porta all’eversione». L’affondo del ministro nell’anniversario del sequestro Moro

Dopo il caso della Federico II striscioni contro Mattarella: 5 identificati a Napoli

Lollobrigida: «Atenei, subire le proteste porta all’eversione». L’affondo del ministro nell’anniversario del sequestro Moro
di Mario Ajello
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Domenica 17 Marzo 2024, 00:17 - Ultimo aggiornamento: 09:45

L’anniversario del rapimento di Aldo Moro mai come questa volta non viene vissuto come una riflessione sul passato e come un pezzo di storia su cui ancora va fatta piena luce. No, adesso quella tragedia da anni di piombo e di delirio ideologico e sanguinario è attualizzata dalla paura di tanti, a destra, che possa tornare un clima pericolosissimo simile a quello che c’era nei ‘70. I cortei pro-Palestina, le università super combat contro le ragioni di Israele, le proteste contro i manganelli di Pisa, contro la «repressioine meloniana» e tutto il corollario di odio politico in revival stanno assai inquietando il mondo politico e le forze di sicurezza. 
Un assaggio c’è stato con il tweet inqualificabile che la filosofa dell’ateneo romano La Sapienza, Donatella Di Cesare, ha prodotto giorni fa elogiando la memoria della brigatista Barbara Balzerani («La tua rivoluzione è stata anche la nostra, compagna Luna»). E poi, i vari casi di censura negli atenei - prima quelli americani e ora quelli francesi e italiani - contro chiunque non gridi Free Palestine e osi esprimere un pensiero diverso rispetto a Stop Genocidio (che sarebbe quello degli israeliani contro Gaza dove comanda Hamas).

Le dichiarazioni di ieri del ministro Francesco Lollobrigida s’inseriscono in questo contesto.

Naturalmente la sinistra le ha stigmatizzate ma il titolare dell’Agricoltura s’è limitato a lanciare un allarme. Questo: «La tolleranza del passato verso le intolleranze e le violenze nelle università e nella società ha poi portato al terrorismo e al suo rafforzamento. Fino all’episodio di Aldo Moro che, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l’eversione e la lotta armata». Ha detto così Lollobrigida in riferimento ai fatti dell’altroieri nell’ateneo napoletano Federico II dove si è impedito di parlare a chi non vuole adeguarsi per forza al conformismo filo-palestinese.

«Le università dovrebbe essere il luogo del confronto e dello scambio di opinioni», ha incalzato il ministro, e non templi del pensiero unico e palestre di censura. «Purtroppo l’intolleranza si è presa la scena tante volte - parole di Lollobrigida - e questo accade quando c’è un orientamento diverso da quello che pretendono gli squadristi rossi dei centri sociali». Quanto alla lezione del sequestro Moro, è questa: «Si è trattato di uno degli episodi più gravi della nostra storia, ma risvegliò le coscienze. Il rapimento dello statista democristiano cambiò la prospettiva e l’approccio ad alcune dinamiche, fece comprendere che il terrorismo colpiva lo Stato e che tutti dovevano creare anticorpi saldi per il sistema democratico». «Anticorpi» è la parola cruciale: a destra ma anche non a destra, si vedano le prese di posizione dei riformisti del Pd e altre parti del mondo dem molto dure contro ogni violenza nei cortei e nelle università anti-Israele e perfino negli stadi (la curva Fiesole a Firenze durante la partita tra i viola e il Maccabi Haifa) dove lo Stato ebraico viene equiparato a uno Stato «canaglia e assassino», c’è massima sensibilità e indignazione rispetto all’escalation dell’odio che sta montando intorno al conflitto in Medio Oriente. Nuovo episodio l’altra sera a Napoli. In cinque hanno provato ad apporre su villa Rosebery, residenza partenopea di Mattarella, due maxi-striscioni, che uniti formavano la scritta: “Ci scusi Presidente, qual è la differenza tra Napoli e Pisa?” . In riferimento alla solidarietà mostrata dal Capo dello Stato a Molinari per i fatti della Federico II (stessa solidarietà mostrata per gli studenti manganellati a Pisa, peraltro). I cinque sono stati identificati.

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L’EMERGENZA

Le università sono ormai un ambiente esposto a gravi rischi di tossicità pseudo-militante e iper-antagonista. E contro di questo, che è purtroppo un fatto, anche la Lega sta imbastendo la sua campagna. Con i toni tipici di Matteo Salvini. «Quarantasei anni fa - dice il vicepremier - le Brigate rosse rapivano Aldo Moro, trucidando cinque uomini della scorta. Nel ricordo commosso di questi Servitori dello Stato, è doveroso ribadire la necessità di difendere sempre le libertà e la democrazia contro ogni forma di terrorismo e violenza politica. È gravissimo che, ancora oggi e perfino nelle università, ci sia qualcuno che strizza l’occhio ai brigatisti». 
Più che altro c’è un antisemitismo di estrema sinistra che serpeggia ed esplode nei luoghi che dovrebbero essere deputati alla cultura e al libero dibattito. Giovedì si svolgerà un incontro tra i rappresentanti degli 85 atenei della Crui con la ministra Anna Maria Bernini, proprio per rendere ancora più chiaro che le manifestazioni che impediscono di parlare non sono tollerate. Il governo su questo è molto netto e inflessibile. Minacciare, opprimere, impedire - da parte di piccolo gruppi di attivisti che si atteggiano a nuovi censori - la libera espressione del pensiero viene considerato a Palazzo Chigi alla stregua di un’emergenza democratica a cui va risposto in ogni modo.

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