Inchiesta G8, pm: Anemone pagò la casa
a Scajola. Lui: non mi lascio intimidire

Claudio Scajola
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Giovedì 29 Aprile 2010, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 21:41
ROMA (28 aprile) - Non mi lascio intimidire. Il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola commenta cos la notizia relativa a un suo presunto coinvolgimento nell'inchiesta sul G8 della Maddalena. Secondo i pm l'architetto Zampolini avrebbe movimentato grosse somme di denaro per conto di Diego Anemone, il costruttore figura centrale dell'inchiesta. L'accusa è di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Scajola (900mila euro per un immobile a Roma, in via Fatugale, al Colosseo), del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru (entrambe risalenti al 2004).



«Registro un attacco infondato e senza spiegazione - aggiunge Scajola - per una vicenda nella quale non sono indagato, a danno di chi lavora tutti i giorni per difendere, nel suo ruolo, le ragioni e gli interessi del nostro Paese». Il nuovo filone dell'inchiesta condotta dalla procura di Perugia si basa su centinaia di assegni circolari versati dall'architetto Zampolini e utilizzati per l'acquisto di vari immobili da parte di altri soggetti.



Zampolini secondo l'accusa avrebbe movimentato grosse somme di denaro per conto di Diego Anemone, il costruttore figura centrale dell'inchiesta. L'accusa è di riciclaggio per gli assegni circolari utilizzati per l'acquisto di case per Claudio Scajola (900mila euro per un immobile a Roma, in via Fatugale, al Colosseo), del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru (entrambe risalenti al 2004). La stessa operazione sarebbe a favore del figlio di Balducci, Lorenzo. Coinvolto invece l'ex commissario per i mondiali di nuoto a Roma Claudio Rinaldi sul caso del Salaria Sport Village. Per i tre i pm hanno chiesto l'arresto, ma il gip Massimo Ricciarelli si è opposto dichiarandosi incompetente. La parola passa al tribunale del Riesame.



Secondo l'accusa Zampolini avrebbe versato 900mila euro in contanti presso la Deutsche Bank agenzia 582 a Roma ottenendo 80 assegni circolari «all'ordine di Barbara e Beatrice Papa per l'acquisto, nell'interesse di Scajola» dell'immobile. Agli atti dell'inchiesta le testimonianze dei proprietari delle abitazioni che hanno sostenuto di avere ricevuto gli assegni circolari come parziale saldo della vendita.



A Zampolini, Rinaldi e Gazzani i magistrati del capoluogo umbro contestano in particolare l'associazione per delinquere finalizzata a commettere un numero indeterminato di episodi di corruzione, abuso di ufficio e riciclaggio. Lo stesso reato addebitato a Diego Anemone, Angelo Balducci, Fabio De Santis e Mauro della Giovampaola, tutti già in carcere.



Gazzani e Zampolini sarebbero i riciclatori del denaro provento dei delitti contro la pubblica amministrazione e intermediari per la dazione delle somme oggetto della corruzione. A loro avviso le condotte constate a Rinaldi, già soggetto attuatore e poi commissario per i mondiali di nuoto a Roma sono mutuabili a quelle delle quali deve rispondere Balducci, suo predecessore e come lui - secondo l'accusa - corrotto da Anemone.



I presunti comportamenti illeciti contestati allo stesso Rinaldi, a Gazzani e a Zampolini rientrano «in quel rapporto di strumentalità» finalizzato a mantenere il programma del presunto sodalizio criminoso al centro dell'inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi. Tra gli episodi al centro del nuovo provvedimento della procura perugina le presunte irregolarità compiute nel rilascio dei permessi per l'ampliamento del Salaria sport village dal quale sarebbe derivato per la stessa società un risparmio di circa 9 milioni di euro.



Nel ricorso al tribunale del riesame i pm si soffermano sulla posizione dell'ex procuratore aggiunto di Roma Achille Toro, il cui coinvolgimento nell'indagine ha portato a Perugia la competenza sul fascicolo. Secondo la ricostruzione accusatoria il reato di corruzione di Anemone nei suoi confronti non può rappresentare lo scopo costitutivo della presunta associazione ma è uno dei reati posti in essere. A loro avviso il reato di corruzione è connesso con quello associativo in quanto Toro è concorrente esterno a esso.



Per il gip Massimo Ricciarelli le ipotesi corruttive al centro della richiesta di misura cautelare «sono connotate da una sfera soggettiva diversa rispetto a quella che caratterizzava i reati oggetto della precedente ordinanza. Non si determina dunque un fascio soggettivo di responsabili, individuabile per il reato cardine e poi a seguire per quelli connessi, ma si delineano significativi scostamenti, tali da rendere inoperante qualsiasi criterio di connessione». I pm contestano però la coerenza logica del provvedimento del gip. La parola ora passa al tribunale del riesame.



Berlusconi a Scajola: vai avanti. Nel pomeriggio Scajola ha incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli. Al termine dell'incontro, durato circa mezz'ora, il ministro ha lasciato la residenza del premier senza rilasciare dichiarazioni. Berlusconi avrebbe invitato Scajola a non preoccuparsi, a stare sereno e ad andare avanti nel suo lavoro.



Finocchiaro: Scajola chiarisca in Senato. La presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ha scritto al presidente del Senato Schifani per chiedergli di invitare Scajola a chiarire in Senato in merito alle notizie apparse oggi sui quotidiani. «Caro Presidente - ha scritto Anna Finocchiaro - leggiamo sui quotidiani di questa mattina della vicenda che pare interessare il ministro Scajola. Le chiedo, non volendo deliberatamente assumere alcuna iniziativa parlamentare formale, poiché ci troviamo di fronte solo a indiscrezioni giornalistiche, di invitare il Ministro Scajola a venire nell'aula del Senato a chiarire i fatti». Nel pomeriggio sono giunte al ministro le dichiarazioni di solidarietà di esponenti del Pdl, come Bondi, La Russa, Cicchitto, Capezzone e Gasparri, mentre da Di Pietro è arrivata una richiesta di dimissioni.
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