Cittaducale, la chiesa di San Vittorino set di un cortometraggio su Jacopo Ortis

Cittaducale, la chiesa di San Vittorino set di un cortometraggio su Jacopo Ortis
di Daniela Melone
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Sabato 16 Dicembre 2023, 20:06

RIETI - La Chiesa di San Vittorino, nel Comune di Cittaducale è diventata set del cortometraggio "Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis", liberamente ispirato al romanzo epistolare di Ugo Foscolo.

L’opera è un progetto indipendente della casa Bonapell, con finalità artistico-culturali, destinato alla distribuzione in festival nazionali e internazionali.

La chiesa di San Vittorino non è l’unico set scelto dalla produzione: il cortometraggio, diretto dal regista Davide Di Giuliani, darà risalto anche al teatro dell’istituto scolastico Bambin Gesù, in via Garibaldi a Rieti, al palazzo Forani di Casperia e al paesaggio del monte Terminillo.

La vicenda, ambientata all’inizio del 1800, narra gli ultimi giorni di Jacopo, un giovane intento a scrivere le lettere preambolo del suo suicidio. Uscendo dal suo castello incontra, in un viaggio mistico premorte, una donna velata immersa nella nebbia d’una chiesa sprofondata e un prete dall’aria tanto simbolica quanto enigmatica. Le due figure sono le allegorie della vita e della morte che si presentano per l’ultima volta al suo cospetto scambiando con lui un ultimo dialogo prima della fine.


La narrazione per tre volte comporrà scene simbolo che richiamano tre quadri di epoca classico/romantica: “Un Poeta” di Jean Louis Meissonier, “Il viandante nel mare di nebbia” di Caspar Frederich e “La morte di Marat” di Jacques-Louis David.


L’opera scava i temi dell’esistenza umana, dello smarrimento spirituale e della concezione del suicidio visto però, come riconciliazione con una natura matrigna, riconciliazione possibile solo grazie ad una presa di coscienza in cui si ridà alla natura ciò che essa stessa ha creato.

Scavando nel suo intimo il protagonista si trova quindi a confronto con i due pilastri dell’esistenza, la vita e la morte e con essi dialoga cercando più che le giuste risposte, le giuste domande. La natura stessa giocherà un ruolo fondamentale nell’opera diventando il fulcro morale attorno cui girano le vicissitudini del giovane che sceglierà in ultimo di tornare a lei.

La colonna sonora del cortometraggio, ricco di riferimenti artistico – culturali, è composta dai brani di Mozart, Beethoven, Schubert e Tchaikovsky.

«Con questo progetto – ha spiegato il regista - vorrei analizzare le dinamiche psicologiche ed emotive che scaturiscono quesiti esistenziali di un uomo all’alba della vita, duecento anni fa come oggi, per farlo mi servirò di una regia lenta ed intima, sospesa nei momenti più onirici e spirituali e che esca dalla narrazione così come c’è entrata, attraverso un dipinto».

Antonio Priori è l’Aiuto Regia, Jheison Garcia il Direttore della fotografia, Davide Ceccarelli l’Operatore. Jacopo è interpretato da Barnaba Bonafaccia, Zoi da Lucrezia Lenzi, Padre Thanatos da Riccardo Mei. Fotografo di Scena è Marco Bellucci.

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