Il grande domatore Stefano Orfei a Rieti: in questa città ho ricordi bellissimi, insieme a mamma Moira

Stefano Orfei con alle spalle l'elefante Katia
di Sabrina Vecchi
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Domenica 7 Maggio 2023, 00:10

RIETI - «Sono contento di tornare a Rieti, dagli anni Ottanta in poi ci sono stato tante di quelle volte con la mia famiglia che neppure le ricordo più. Ogni volta erano felici di venire da voi». La famosissima famiglia di Stefano Orfei è stata poco casa e tutto circo, anzi meglio dire che le due cose coincidono perfettamente, quando si tratta di circensi. Dentro il caravan azzurro e giallo con la scritta “Moira” ora ci abita lui, spostandosi di città in città, come ha fatto per tutta la vita. 

Il racconto. «Non so se per un bambino sia una vita instabile, semplicemente io non ho conosciuto altro, e ho avuto un’infanzia bellissima», dice il figlio di “Moira degli elefanti” e di Walter Nones, il “signore del circo”. Arrivato sabato scorso nel largo antistante il PalaSojourner - lo stesso in cui stazionò per mesi il circo della famiglia Coda Prin durante la pandemia - Stefano Orfei è la guest star del Rony Roller Circus che rimarrà in città fino all’8 maggio. Due gli spettacoli quotidiani che vedranno protagonista uno dei più abili ammaestratori di animali del mondo. L’unico ad aver vinto il Festival di Montecarlo con tre tipi di animali diversi: tigri, alta scuola di equitazione e numero esotico.

Il rapporto con gli animali. A Rieti si esibirà con i leoni e con il suo elefante Katia, appartenuto a sua madre: «Ha 46 anni e stiamo insieme dal 1985, è a tutti gli effetti un componente della famiglia. Al Rony Roller si esibirà nei giochi tradizionali e nel passaggio della morte con le ragazze sdraiate a terra». E racconta di quando, in un grande prato di Guidonia, l’elefantessa decise di andarsi a fare una passeggiata in piena notte: «Mi è bastato gridare il suo nome, e poco dopo ho visto la sua ombra tornare verso di me. Chi dice che li maltrattiamo, addirittura li droghiamo, non sa di cosa parla». 

I pericoli. Mancano pochi minuti allo spettacolo, Stefano sta per indossare il suo abito di scena, ma prosegue a parlare sciolto, padrone del suo lavoro, seppur attento a non sottovalutarne mai il rischio: «Sono numeri pericolosi, mai dimenticarlo. Occorre essere sempre concentrati e conoscere bene il carattere di ciascun animale. E se capita un errore, nove volte su dieci la colpa è dell’uomo». Come avvenne nel 2009, quando la tigre Tristan lo azzannò alla schiena, alla testa, al torace. Stefano Orfei mostra una delle cicatrici lasciate dall’attacco del felino, indica quella sulla mano sinistra, per la quale ancora non ha riacquistato bene la funzionalità del muscolo: «È stata colpa mia, gli animali attaccano solo se sentono in pericolo. In quel caso, la tigre fu distratta dal mio mantello». Il tempo di guarire, e il domatore tornò in gabbia con Tristan: «Fa parte del mio lavoro, può succedere. Non ero impaurito, più che altro emozionato». 
Mamma Moira quello che era accaduto lo seppe solo dopo: «Era molto apprensiva, non voleva vedermi con le belve, quando mi esibivo usciva.

Le abbiamo tolto la televisione in modo che non sapesse dell’incidente, io andavo in giro con sciarpe o cappelli per non far vedere le fasciature. Ma era una donna intelligente, aveva capito tutto». 

La figura di Moira. Anche ingombrante, a partire dall’acconciatura? Stefano ride: «Tu che dici? Scherzi a parte, è stata una madre molto amorevole. E non ha lasciato un solo minuto il suo circo». Altri mestieri, quando nasci sotto il tendone a strisce, non puoi farne: «Inevitabile intraprendere questa carriera, anche se in realtà io volevo fare il calciatore, ma i miei genitori si opposero. Nel circo ho debuttato a soli dieci anni a Bari, in un numero con le pertiche». Oggi anche la moglie di Stefano, l’attrice e soubrette Brigitta Boccoli, e i loro due figli, sono entrati nel mondo del circo: «Lei era abituata alle tournée teatrali, si è ambientata subito. Anche i ragazzi si esibiscono spesso e lo fanno per scelta, senza alcuna forzatura: amano il circo, gli viene naturale». E non potrebbe essere altrimenti: del resto, sono sempre i nipotini di Moira Orfei.

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