Rieti, sulle orme di Strampelli
nasce un nuovo pastificio

Rieti, sulle orme di Strampelli nasce un nuovo pastificio
di Giacomo Cavoli
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Sabato 20 Agosto 2016, 10:04 - Ultimo aggiornamento: 13:49
RIETI - Un piatto di spaghetti all’amatriciana? Un delitto rifiutare, ma solo se preparata con la pasta di semola di grano duro prodotta dal pastificio Strampelli di Rieti: un progetto tutto nuovo, nel mondo dell’agroalimentare reatino, dove l’equilibrio di sali minerali dell’acqua prodotta dalle sorgenti locali si sposa con la lavorazione dell’impasto delle migliori semole di grani selezionati dal genetista Nazareno Strampelli nel corso della sua carriera scientifica, dando così vita alla pasta di semola di grano duro e trafilata in bronzo prodotta a marchio reatino, presto destinata ad una produzione su scala industriale.

A 150 anni dalla nascita di Strampelli, un’idea nata dall’esperienza imprenditoriale dell’ex assessore Marzio Leoncini grazie a fondi privati e comunitari e che, muovendo i primi, piccoli passi, è divenuta realtà in pochi mesi, è stata presenta ieri alla Camera di commercio insieme alla cinquantesima edizione della sagra degli spaghetti all’amatriciana, in programma ad Amatrice il 27 e 28 agosto.

PRODUZIONE INTERNAZIONALE
A garantire le prime produzioni di pasta trafilata in bronzo è stato il pastificio abruzzese Masciarelli, con una delle tipologie di semole di grani originariamente selezionati da Strampelli e attualmente coltivati in Puglia: negli anni ’30 del Novecento, oltre tre milioni di ettari del suolo italiano erano coltivati con grani selezionati da Strampelli. «Dal 2017 – garantisce Leoncini - il pastificio aprirà a Rieti. Dovremo scegliere fra la Piana e la zona artigianale. Mi sono guardato intorno e per la naturalità dei prodotti offerti dalla nostra terra ho deciso di avviare questa azienda che coinvolgerà i giovani: e volendo veicolare il progetto anche all’estero – conclude - ho cercato collaborazioni internazionali forti».

Come quella della famiglia di ristoratori Serva, due stelle Michelin per il loro ristorante La Trota, e della quale il giovane Michele, figlio di uno dei fratelli Serva, Sandro, ha presentato il progetto: «Siamo già al lavoro per lo studio dei grani, della loro resa e del loro uso – spiega il giovane laureando in Scienze Agrarie e Alimentari – e, grazie anche all’aiuto dei tecnologi alimentari, come Franco D’Orazi che ha offerto la sua collaborazione, cercheremo di sfruttare al meglio l’intuizione di un personaggio come Nazareno Strampelli che ci ha reso celebri in tutto il mondo. Aldilà di alcuni spot di un noto pastificio, sappiamo che per fare una buona pasta ci vogliono molte altre cose, a partire dalla selezione accurata dei prodotti». Partner del progetto l’istituto Carlo Jucci di Rieti – dove, nei campi sperimentali della piana reatina darà supporto nelle coltivazioni per la selezione dei grani da utilizzare - e l’Università degli studi di Perugia.

MEZZO SECOLO DI VITA
«L’appuntamento di Amatrice non sarà più una sagra nel senso negatvo del termine, ma un Festival delle eccellenze del Lazio: il cinquantenario di quest’anno sarà uno spartiacque tra passato e futuro», spiega in conferenza stampa il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, affiancato dal presidente della Camera di commercio, Vincenzo Regnini, dalla consigliera delegata Patrizia Catenacci e dalla presidente della Pro loco di Amatrice, Adriana Franconi, presentando mezzo secolo del piatto tipico, celebrato ad Amatrice dal 1966, quest’anno caratterizzato da due giornate ricche di appuntamenti.
 
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