Gli scarpini nello zainetto e l’incubo dei summer camp

Gli scarpini nello zainetto e l’incubo dei summer camp
di Mimmo Ferretti
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Domenica 1 Luglio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 00:09
Quando si stava peggio, ma forse si stava meglio, l’incubo della colonia estiva ha devastato le vacanze a scuole chiuse di migliaia di bambini. Terrorizzati all’idea di lasciare casa e genitori per trascorrere una settimana (almeno) in una specie di collegio a cielo aperto. E costretti, loro malgrado, a mettersi ogni mattina in fila, mano nella mano, sulla spiaggia sotto il sole tutti vestiti uguali, sandaletti, calzoncini corti, maglietta bianca e cappellino da marinaretto ben piantato in testa. Oggi le colonie estive si sono trasformate in summer camp pronti a tutto, basta pagare. Ecco perché nello zaino (meglio se doppio) del “bimbocamp” non devono assolutamente mancare le scarpe da calcio, quelle da calcetto, quelle buone per basket e pallavolo, la racchetta da tennis, il costume per la piscina, la tuta da gara, la tuta per il post gara, le ciabattine dell’Adidas, il cappellino della Nike, il laundry bag e, ovviamente, il tablet. Oltre al telefonino. Perché nel camp si fa sport, ma si fa anche inglese, robotica, laboratorio, incontri digitali, cinema, teatro, circo e, a richiesta, cucina, taglio e cucito. Così a casa non ti torna un bambino, ma un giovane adulto che ti insegna come risolvere l’impossibile. E tu, che stai lì a tentare di capire come si cambia la scheda del cellulare, rimpiangi quando si stava peggio, ma forse si stava meglio, nonostante la sabbia nei sandaletti. 
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