La magia dei borghi che cullarono l’opera: il maestro Muti a Jesi e Maiolati dirige i concerti inaugurali del festival per i 250 anni dalla nascita di Spontini

Tra palchi, chiese e piazze alla scoperta del cuore delle Marche per il festival dedicato ai 250 anni dalla nascita del compositore Spontini. Il via sabato 16 marzo con i concerti di Muti. E poi arte, natura e gusto per un anno intero. Gli itinerari del Verdicchio nelle cantine

Jesi
di Simona Antonucci
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Sabato 16 Marzo 2024, 19:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 10:09

La musica diventa il suono di un territorio. E un festival la vetrina di un’identità secolare. Per le celebrazioni del 250esimo anniversario della nascita del compositore Gaspare Spontini (nel borgo di Maiolati, a una manciata di chilometri da Jesi, nel 1774), il cuore verde dell’Italia rinascimentale batte per un artista, esaltato dalle corti europee (quelle di Napololeone e di Federico Guglielmo III di Prussia), scelto come riferimento da Wagner, che non dimenticò mai la sua comunità, dimostrando, anche con opere di bene, il profondo legame alla sua terra. E da sabato 16 marzo, quando il maestro Muti salirà sul podio dell'orchestra Cherubini, e per un anno intero, i suoi luoghi d’origine tra Jesi e Maiolati Spontini, comprese le manifestazioni collaterali nei comuni di Monsano, San Paolo di Jesi e Morro d’Alba, lo ricorderanno con concerti, produzioni liriche, incontri che trasformano questo fazzoletto di bellezza italiana in un itinerario che gratifica tutti i sensi. La musica farà da colonna sonora immaginaria a visite d’arte, viaggi nella storia, percorsi nella natura e degustazioni gastronomiche e di vino.

 

IL TRACCIATO ROMANO

Ad accogliere i visitatori, oltre a un fitto calendario di opere e recital, di progetti educativi e cacce al tesoro musicali, c’è un patrimonio culturale da scoprire: dalla muraglia di Jesi, eretta tra il XIII e XIV secolo lungo il tracciato romano, alla Piazza Federico II, intitolata all’Imperatore di Svevia (nacque esattamente lì, il 26 dicembre 1194) cui sono dedicati anche un museo e una statua monumentale, dalla duecentesca Cattedrale di San Settimio, in onore del primo vescovo, al Palazzo della Signoria che ospita la biblioteca e l’archivio comunale.

LA RISERVA RIPA BIANCA

Edifici storici, ma anche meraviglie ambientali come la Riserva Ripa Bianca, oasi di nidificazione del Cavaliere d’Italia e degli aironi, e poi laghi, vigneti, fino alle colline di Maiolati Spontini, dove sono custodite le testimonianze storiche, architettoniche, artistiche, nonché i frutti della generosità del compositore (le Opere Pie e un parco) e della moglie, Celeste Erard, figlia di costruttori di pianoforti acquistati anche da Beethoven, Liszt e Verdi.

IL MAESTRO MUTI

A trasformare l’anniversario in un evento internazionale, il maestro Muti che dirigerà il doppio concerto inaugurale (a Jesi, nel settecentesco Teatro Pergolesi, sabato alle ore 21) e a Ascoli Piceno, domenica alle 21 nel Teatro Ventidio Basso, gioiello voluto dalla Società dei Palchettisti. Muti, fine conoscitore dell’opera del maestro marchigiano («Wagner s’inchinava a Spontini», racconta il direttore d’orchestra) e profondo estimatore del suo lascito sociale, tanto da essere benefattore delle Opere Pie Spontini e Cittadino Onorario di Maiolati Spontini, domenica 17 mattina, alle 11, si recherà a Maiolati per deporre fiori sulla tomba del compositore, nella chiesa di San Giovanni. Ad accoglierlo, intorno alle 10, al teatro Spontini, le bande studentesche e i cori del territorio.

TEATRO PERGOLESI

Grande attesa e sopiti da tutta Europa, sabato sera al Pergolesi di Jesi, per Muti che dirigerà l’orchestra Cherubini e le cantanti Caterina e Margherita Sala.

In programma, per le due serate, brani iconici della produzione di Spontini: da Agnese di Hohenstaufen, l’aria No, Re del Cielo da La Vestale, l’aria Toi que j’implore avec effroi... Impitoyables dieux! da La Vestale, Overture. E a seguire, un omaggio all’altro grande musicista marchigiano: lo Stabat Mater Sequenza in fa minore per soprano, contralto, archi e basso continuo di Pergolesi, originario di Jesi (1710), esponente di spicco dell’epoca barocca, cui è intitolato il “teatro all’italiana”, a piazza della Repubblica, tra la Chiesa dell’Adorazione e il Loggiato alla Fontana dei Leoni.

I VINI

Un edificio simbolo (la sua costruzione nel 1790 venne sostenuta dalla nobiltà locale) per la città che svela, passeggiando tra i vicoli, angoli di magia. Il Palazzo Balleani in stile rococò, il Palazzo Bisaccioni, il Convento di San Floriano. Ma le meraviglie di Jesi non si fermano al centro storico. E andare alla scoperta del vino Verdicchio dei Castelli di Jesi, attraversando borghi come Castelplanio e Castelbellino o la silenziosa Badia di San Benedetto de’ Frondigliosi, rappresenta un’esperienza paesaggistica, oltre che enologica. Il Verdicchio si può degustare a Staffolo (società agricola La Staffa),  Cupramontana (Piersanti), a San Paolo di Jesi (Enrico Ceci), nell’Antica Cantina Sant’Amico, ma anche da Terre Cortesi Moncaro, da Mancini e da Oppeddentro nella cantina quattrocentesca nel cuore del borgo di Maiolati (via Marconi 16), solo per citare alcune tra le decine di aziende. Insieme con il vino, un’infinità di ricchezze gastronomiche, la pizza al formaggio, il carciofo violetto precoce, il salame lardellato o la meringa, che compaiono sulla tavola seguendo le diverse stagioni. Così come il festival che dopo l’inaugurazione con Muti, proseguirà in estate e autunno con nuove produzioni operistiche, a ottobre la tragédie-lyrique La vestale e a novembre la prima esecuzione assoluta in tempi moderni del melodramma buffo I quadri parlanti. Proponendo fine settimana in ogni periodo dell’anno. 

MAIOLATI SPONTINI


Imperdibile una visita nel borgo di Maiolati Spontini dove il maestro Muti si recherà domenica 17 in mattinata per rendere omaggio al compositore. Per i turisti melomani si tratta di un itinerario storico-artistico e ogni tappa è legata ai luoghi che accompagnarono la vita del compositore di cui si festeggiano i 250 anni dalla nascita. All’ingresso del borgo, la Casa Natale, dichiarata monumento nazionale nel 1924. Nel giardino alberato la copia (l’originale è oggi conservato al Teatro Pergolesi di Jesi) del busto bronzeo di Spontini, opera dallo scultore e pittore ginevrino Jean-Jacques Pradier al quale lo stesso musicista lo aveva commissionato.

L'ISTRUZIONE DELLE FANCIULLE

All’interno delle mura, il palazzo su cui è affissa la scritta commemorativa “dato dal comm. Spontini alla istruzione delle Fanciulle”: si tratta di un istituto voluto e costruito nel 1841 per ospitare una Scuola Pia riservata all’educazione delle ragazze più povere. Sulla viaprincipale, che naturalmente si chiama Spontini, la settecentesca Chiesa Parrocchiale di Santo Stefano. All’interno si trova l’organo di Gaetano Callido del 1788, acquistato dal musicista nel 1811, per donarli al fratello parroco, don Antonio.

LE OPERE PIE


L’intero borgo racconta la sua storia di artista e benefattore: il 4 febbraio 1843, fonda con atto notarile, le Opere Pie a cui intesta tutti i beni. La costruzione di un Ospizio per i poveri e i malati e di una Scuola per l’istruzione dei bambini inizia nel 1845 per terminare nel 1870 e ancora oggi l’edificio ospita la casa di riposo per anziani gestita dall’Ente fondato dal musicista. All’interno, si trova la piccola e raccolta chiesa di San Giovanni con la tomba di Gaspare Spontini, cui Muti renderà omaggio domenica mattina, racchiusa dentro un sarcofago di marmo bianco decorato con un medaglione di scuola canoviana su cui è scolpito il profilo del maestro. Il dipinto sull’altare maggiore, la Crocifissione, è stato donato da Celeste Erard dopo la morte del marito.
Lungo la via Spontini si trova anche la Casa Museo Gaspare Spontini, l’abitazione dove il compositore morì. L’edificio, di stile neoclassico, conserva numerosi cimeli, partiture, manoscritti, ritratti e oggetti del Maestro e di Celeste, tra cui due fortepiano Erard. L’edificio che è stato dichiarato monumento nazionale nel 1951 fa parte dell’Associazione Case della Memoria di personaggi illustri.


LA BIODIVERSITÀ


Salendo verso il colle, si arriva al cancello di ingresso del Parco Colle Celeste che Spontini fece costruire per la moglie su una sua proprietà. Un lungo viale costeggiato da alberi e cespugli di fiori conduce a un bosco che si affaccia sulla Vallesina. Dal balcone, parte un sentiero tra gli alberi che conduce alla Casa dell’Olio e della Biodiversità, nata dal restauro di una casa colonica di fine Ottocento di proprietà delle Opere Pie. 


 

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