Palmiero: «L’ispirazione per una nuova collezione di gioielli viene dai viaggi»

Palmiero: «L’ispirazione per una nuova collezione di gioielli viene dai viaggi»
di Anna Franco
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Martedì 21 Novembre 2023, 06:19

I suoi gioielli sono come figli per lui. «Ognuno è frutto di un lunghissimo studio e ricerca, di stile e di materiali», dice, con una particolare luce negli occhi, Carlo Palmiero, fondatore e mente creativa della maison di alta gioielleria Palmiero. Confida che «la spinta iniziale nell’immaginare una nuova collezione mi arriva dai viaggi e dalla conoscenza delle varie culture. È come se nel mondo ci fosse una connessione che ci unisce e ci fa apprezzare il bello». Ma c’è stato un viaggio, anzi, un trasferimento che ha segnato la sua vita e che è stato deciso dai genitori quando era ragazzino.


Come ha inciso Valenza?
«La mia famiglia è arrivata qui negli Anni Sessanta dal sud. Anche se giovanissimo, cominciai a darmi da fare per trovare lavoro. Le aziende orafe erano tantissime e ho frequentato alcuni laboratori artigianali, appassionandomi talmente tanto da pensare di aver trovato il lavoro giusto per il mio futuro».

Aveva avuto avvisaglie delle sue predisposizioni?

«Sono sempre stato un bimbo creativo. Passavo ore a montare e smontare oggetti, creare e modellare con la cera piccoli gioielli e nell’oreficeria ho trovato il modo di mettere in atto la mia manualità. L’opportunità di osservare i maestri orafi della mia zona ha stimolato la mia curiosità, spingendomi ad impegnarmi per imparare tecniche e segreti». 


Per lei quanto è importante avere un suo banco da laboratorio?
«Molto. La tecnologia ci aiuta ad avere una precisione che la mano non riesce a dare, ma, allo stesso tempo, la mano rende il gioiello non standardizzato, ma un’opera d’arte».


È ciò che contraddistingue l’alta gioielleria?
«Per creare pezzi haute couture bisogna superarsi ogni volta. Questo è ciò che ho sempre mantenuto nella mia filosofia e che mi ha portato a creare un’azienda leader nel settore».


E cosa vorrebbe che provasse chi indossa i suoi monili?
«Ogni gioiello è pregiato, prima di tutto perché legato a emozioni, ricordi e momenti felici e non s’identifica puramente col suo valore economico.

Noi vogliamo far rivivere queste emozioni forti, condividendo la nostra voglia di osare per esprimere autenticità e facendosi trasportare in un’altra dimensione dove siamo noi stessi».


Puntava a ciò quando ha aperto il laboratorio?
«Erano gli Anni Settanta. A quei tempi ci si riferiva soprattutto al solitario, al contrarier o a centri importanti, ovvero pietre preziose quasi sempre grandi, contornate da diamanti. Ho deciso di spostare l’attenzione all’intero oggetto, dilatandone le forme, puntando i riflettori sulla superficie e coinvolgendo il gambo, rendendolo protagonista e non più semplice supporto».


C’è qualcosa imparato all’inizio che porta nel cuore?
«Ho avuto la fortuna di lavorare accanto a un maestro orafo che ora non c’è più e che mi ha insegnato ad amare questo mestiere antico, trasmettendomi anche la passione per la natura e le sue forme più ricercate».


Cosa ama trasportare in gioie?
«Non credo in un’unica ispirazione, ma nella curiosità e nello sguardo da bambino».


Oggi per cosa si distingue Palmiero?
«La sfumatura di colore è un punto forte, ma c’è anche la creatività. E diamo molta importanza al lato etico e sostenibile, siamo diventati membri del Responsible Jewellery Council».


Alcune linee sono distribuite in esclusiva da Pisa Orologeria. 
«Sono estremamente contento della collaborazione con un’importante realtà che condivide lo stesso nostro pensiero. Pisa e Palmiero forniscono gioielli e orologi di altissima qualità e un servizio completo al cliente, non solo sul lato vendita, ma anche come esperienza indimenticabile». 


Com’è il mercato italiano per Palmiero? 
«In crescita, perché ha sempre amato il bello e ora riusciamo sempre più a servirlo con le nuove collezioni per un lusso quotidiano».

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