Lazio, la furia di Sarri dopo l’1-4 subito dal Genoa: «Atteggiamento presuntuoso»

Falliscono Casale e Romagnoli in coppia, si salva Immobile col gol della bandiera

Lazio, la furia di Sarri dopo l’1-4 subito dal Genoa: «Atteggiamento presuntuoso»
di Alberto Abbate
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Giovedì 28 Luglio 2022, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 22:48

Cambiano tanti uomini, ma la musica sembra sempre la stessa. Siamo quasi ai nastri della vera ripartenza, così Maurizio Sarri anticipa la strigliata nello spogliatoio alla prima batosta che non conta: «Mai più un atteggiamento simile. Non andiamo da nessuna parte con questa presunzione e superficialità». Tutti imparino da Immobile, bomber affamato e senza età. Il capitano rimane l'unica certezza. La nuova difesa invece è horror contro il Genoa: in un tempo Casale è colpevole in ogni rete subita, Romagnoli complice e lontanissimo dalla miglior forma. La prima volta della coppia, sognata e ottenuta da Sarri, al momento scoppia. Anche perché, pronti via, il vecchio Hysaj è il solito pasticcione sulla fascia sinistra: Coda rileva la sua palla persa in uscita, giocherella di suola in area, e trafigge Maximiano con un diagonale rasoterra. Subito i tifosi lo invocano come vice-Immobile sui social. Ma di Ciro ce n'è solo uno, e ristabilisce la parità con il terzo centro in questa preparazione estiva, quasi cadendo per terra. In realtà, è doppia la perla: Milinkovic lo serve con un filtrante in verticale e lo catapulta in porta. L'ultimo capocannoniere della serie A non sbaglia, è l'unico a salvarsi in questa figuraccia. Perché lo stesso Sergente ha una tecnica sopraffina, ma ancora non ha gamba, eccede con giochi di prestigio e poca sostanza.

Così la mediana non regge, Basic non aiuta, Cataldi soffre la pressione avversaria. Sarri non fa in tempo a urlare, che Coda raddoppia su un cross di Ekuban, su cui Casale è un fantasma. Lazzari non ci arriva, Maximiano nemmeno prova a uscire nella sua area piccola. Zero gol nelle prime due amichevoli in 180', due in 18' per il Genoa. Se la difesa balla, Immobile a parte, l'attacco non canta: Felipe Anderson ci prova con un tiro al volo a fil di palo e guarda l'erba. Zaccagni corre senza meta e, nonostante sia l'unico a rimanere in campo, non si sblocca nemmeno nella ripresa.
DISTANZA FRA I REPARTI
Cambiano gli interpreti, rimane un buco al centro. Sarri cambia praticamente tutto l'undici iniziale, ma è ancora più imbufalito. C'è poco filtro, poche idee, poco possesso. Praticamente non c'è traccia del suo credo. Ancora troppe distanze fra un reparto e l'altro. In difesa entrano Marusic, Gila, Kemenovic e Radu. A centrocampo Kiyine, Marcos Antonio e Luis Alberto, più volte indispettito col playmaker brasiliano. Davanti Cancellieri e Luka Romero sull'esterno. È sempre dietro il reietto del secondo tempo: sfortunato, Kamenovic, prima si vede passare sotto le gambe il siluro da fuori area di Coda, poi procura col braccio il rigore (trasformato da Gudmudsson) in un disperato tentativo di recupero. Non esistono però nemmeno le parate di Maximiano: nei primi test ad Auronzo, lo spilungone portoghese non era mai stato impegnato, col Genoa - specie nelle palle basse - è sempre in ritardo. Lo staff di Sarri lo aveva lasciato intuire, ora c'è un primo verdetto: su questo portiere bisogna ancora lavorarci tanto. In realtà, su tutta la nuova Lazio, che conserva i vizi dell'anno scorso: corner sbagliati, attacchi confusionari e sterili anche nel finale, dopo l'ingresso di Raul Moro. Il Genoa vince con un 1-4 sciolto, perché corre il doppio e meglio. Per carità, i biancocelesti sono imballati dai carichi di lavoro, i muscoli pesano come un macigno, ma è un altro l'allarme da far rientrare subito. A Sarri non va giù la tigna mai messa in campo, lo spauracchio dei vecchi black out emersi in diverse partite facili dell'ultimo torneo. Oggi il tecnico tornerà ad affrontare il discorso, farà un altro lavaggio del cervello. Perché il tempo rimasto è tiranno: mancano poco più di due settimane dall'inizio del campionato.
 

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