Perugia, il dibattito sulla Ztl: «Tutela per i residenti». C'è chi punta all'ampliamento della zona protetta: «Più spazio ai pedoni»

Il varco Ztl di vuale Indipendenza
di Riccardo Gasperini
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Marzo 2024, 07:27

PERUGIA - C’è chi parla di una misura «giusta per dare spazio ai residenti». Chi dice «meglio di nulla, ma non è abbastanza, perché servirebbe rivedere lo spazio pubblico in generale». L’entrata in vigore delle mini Ztl a partire dall’11 marzo riaccende il dibattito sullo stato dell’arte del centro storico cittadino in fatto di viabilità e fruibilità da parte di perugini e turisti. Il Messaggero ha raccolto le opinioni di Paolo Festi di Fiab Perugia Pedala e di Paolo Mariotti, vicepresidente del Consorzio Perugia in centro. Per quest’ultimo l’entrata in vigore delle mini Ztl è da leggere positivamente, come misura che tutela i residenti. Misura che, precisa, non cambia praticamente nulla per quanto riguarda il transito turistico e dei perugini. Di fatto le nuove telecamere sostituiscono i vecchi pilomat, che più volte hanno creato problemi di malfunzionamento. Entrano comunque a far parte di un sistema Ztl più esteso, che l’ultima grande modifica l’aveva avuta qualche anno fa con l’apertura del corridoio di viale Indipendenza e piazza Italia. «Il nuovo sistema di fatto non cambia nulla, è bene non fare confusione. Come è giusto dire che tutela i residenti», spiega Mariotti, che su piazza Italia ha le idee ben chiare. «L’anello libero di piazza Italia è stato incredibile, ha portato ad un aumento della fruibilità del centro, ha funzionato veramente bene».

Questo, sottolinea, a fronte «purtroppo di un basso uso dei mezzi pubblici», che potrebbero essere alternativa all’auto per raggiungere il centro. Su possibili sbocchi per il futuro, Mariotti è altrettanto diretto: «Se ci saranno ad esempio delle navette, si potrebbe anche rivedere l’assetto. A patto che la novità venga ben testata prima di fare cambiamenti».

Ma come vede il centro chi cerca di vivere la città in modo diverso, in sella alle due ruote ecologiche? Paolo Festi (Fiab), da lungo tempo tocca i temi della mobilità in città insieme a Legambiente ed altre realtà sensibili al tema. «Noi come associazioni vedremmo con più favore l’allargamento della Ztl in quanto tale, magari rivedendo anche il tema dei permessi per chi accede al centro». Ma i discorso è più esteso. Per Festi la chiave di volta, prendendo a modello altre città italiane, sarebbe una «revisione dello spazio pubblico, a partire dalle strade, con controlli e provvedimenti per favorire la redistribuzione dello spazio». Dunque ciclabili, Zone 30, su un «modello di una città dove lo spazio non è pensato per il transito o la sosta delle auto». Servirebbe «invertire la piramide, partendo dalle persone, anziani, disabili, giovani «che dovrebbero essere favoriti nel diritto a mobilità». Poi, a scendere, biciclette, monopattini, trasporto pubblico e infine le auto. Questa l’idea del ribaltamento della piramide, che per le associazioni sensibili all’ambiente e alla vivibilità degli spazi urbani dovrebbe diventare un modello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA