San Pellegrino in Fiore, Ascenzi: «E' un po' come la Macchina, servono equilibri». Una partecipazione nata dai social

San Pellegrino in Fiore, Ascenzi: «E' un po' come la Macchina, servono equilibri». Una partecipazione nata dai social
di Massimo Chiaravalli
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Prima di tutto, lo spoiler. «Non ci siamo limitati all’hortus conclusus medievale: trasferiamo elementi di pietra ad altri che hanno una propria vita rispetto al grigio del peperino». Medioevo dunque, ma non solo: «Non ci saranno esclusivamente piante ma anche altri cose a caratterizzare questa edizione». Da Santa Rosa a San Pellegrino. La prima con la Macchina, il secondo in fiore. Ma per Raffaele Ascenzi, che ha vinto il concorso di idee, vale in entrambi i casi la stessa regola: «Io faccio l’architetto - dice - e mi occupo sostanzialmente di equilibri, quindi anche un giardino vive se ha una propria organizzazione nello spazio e un equilibrio tra pesi cromatici, profumi ed essenze. Penso di essere in grado di gestire questo aspetto».

Dal primo al 5 maggio, dopo un anno sabbatico, torna una tra le principali iniziative della città dei Papi. Come ci è finito Ascenzi? «Sono stato stimolato dai miei colleghi - spiega - prima ero interessato ma solo come spettatore attento. Poi mi è arrivato un messaggio da un architetto che conoscevo solo sui social, Francesco Moretti. Ci siamo dimostrati stima reciproca con i like, poi quasi a ridosso della scadenza dei termini di partecipazione, circa 20 giorni prima, mi ha chiesto se mi poteva interessare. Così è nato il gruppo. Abbiamo sviluppato un’idea semplice e il risultato è stato molto efficace. Sono stati 15 giorni di lavoro intenso».

Eccolo, il gruppo: insieme ad Ascenzi e Moretti ci sono Andrea Rodolico, Federico Ciatti, Marco Porcorossi, Ferdinando Sciarrini e Alessandro Scorza. «Siamo stati aiutati anche da una consulenza, rapida, sulla scelta delle piante, che ha dato un po’ di colore e soprattutto ci ha fatto capire quali sono quelle che fioriscono nel periodo della manifestazione: dovevano avere l’aspetto che desideravamo.

Una lavanda ad esempio se la prendi fuori stagione è verde ma in fioritura è violacea: devi capire in quel momento come la trovi». Non è come realizzare la Macchina di Santa Rosa, eppure «in entrambi i casi mi riferisco alla città e alla sua storia. E non abbiamo neanche trascurato il rapporto con i trascorsi di San Pellegrino in fiore. Ricordo che alcuni anni, quelli iniziali, furono molto felici. Speriamo che quest’anno, con una campagna di pubblicità, si possa andare a raggiungere anche quelli che avevano questo ricordo così piacevole».

I progetti partecipanti restano tutti top secret «per decisione della stazione appaltante, perché vogliono riservare la sorpresa ed esporre tutte le tavole in una data molto vicina all’evento. Ci sarà un taglio architettonico: prima c’era uno sforzo sinergico tra i vivai, coordinati dall’associazione, ora ci sarà un bando successivo per la realizzazione. Ma sarà seguita una linea imposta dal progetto, con un pensiero unico che condurrà lo spettatore verso queste sei piazze collegate da percorsi - conclude Ascenzi - e che anticiperà i contenuti al fruitore».

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