Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Lotta all’inflazione/ La Bce e la strategia dei tassi invariati

di Angelo De Mattia
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 06:02
Non si può ancora cantare vittoria, sembra questo lo slogan delle due Banche centrali, al di là e al di qua dell’Oceano, la Federal Reserve e la Bce. Quest’ultima, tuttavia, come emerge dalle parole della presidente Christine Lagarde reduce dal covid, non solo non gioisce - chè sarebbe troppo - ma annuncia una misura non certo espansiva: la riduzione del piano di acquisto di titoli (Pepp) per l’emergenza pandemica nella seconda metà del prossimo anno, in media di 7,5 miliardi al mese, nel quadro della cosiddetta normalizzazione della politica monetaria. Da una riunione di fine d’anno ci si attendeva di più, almeno per un efficace orientamento, con una costruttiva comunicazione. 
Almeno la Fed, in un contesto che comincia a registrare una crescita sostenuta, un’inflazione in diminuzione e un buon livello del mercato del lavoro, pur con un certo equilibrismo ed ermetismo del presidente Jerome Powell, fa capire che nel 2024 vi dovrebbero essere almeno tre riduzioni dei tassi ( forse ciascuno di 25 punti base) anche se poi si ritiene che un sicuro allentamento monetario vi sarebbe se sopravvenisse una recessione: insomma, deve arrivare un male per poi compiere un’operazione auspicata, per di più in un anno elettorale. Al di qua dell’Atlantico, invece, ci si dovrebbe accontentare della decisione, scontata, dell’Istituto di mantenere fermi i tassi - chiave, in particolare quello principale, al 4,5%, mentre vengono riviste al ribasso le stime dell’inflazione che nelle aspettative di lungo termine si colloca intorno al 2% - il target perseguito dalla Bce per ottemperare all’obbligo del mantenimento della stabilità dei prezzi. 
Una contrazione dell’economia si inizia altresi, a riscontrare, nell’area, con prospettive deboli per la manifattura e l’edilizia, che potrebbero interessare a breve anche i servizi. Ma per l’inflazione si prevede pure una temporanea ripresa, destinata comunque a un successivo riassorbimento. Eppure, in una situazione in cui la crescita è stimata allo 0,8% nel 2024 e all’1,5 nell’anno successivo, mentre l’inflazione è prevista, nell’ordine, al 2,7 e al 2,1 per cento, era lecito attendersi quanto meno parole più chiare su possibili futuri alleggerimenti anzichè il consunto ritornello sul Consiglio che è determinato a garantire che l’inflazione torni rapidamente all’obiettivo del 2% e ritiene che i tassi di interesse, mantenuti agli attuali livelli per un periodo sufficientemente lungo, aiuteranno il raggiungimento di tale obiettivo. 
Poi il solito ammonimento il quale annuncia che sarà fatto tutto ciò che è necessario se circostanze avverse lo richiedessero. Vi sarebbe stato, invece, spazio per evitare di dare il segnale, che può essere interpretato in maniera ultronea, della predetta normalizzazione, condendo il tutto, tra l’altro, con considerazioni sui salari che una volta sono ritenuti concausa dell’impatto inflazionistico, un’altra come possibili concorrenti al rilancio dell’economia. Con i rischi per la crescita orientati al ribasso, in un contesto geopolitico con due guerre senza prospettive ravvicinate e l’impasse, a livello europeo sulla riforma del Patto di stabilità - di cui la Lagarde vorrebbe la tempestiva approvazione - facile a dirsi - e sul bilancio pluriennale, per non parlare d’altro, una chiarezza sugli sviluppi del governo della moneta in chiave non certo restrittiva avrebbero agevolato il maturare delle condizioni per il superamento dell’impasse.
Certo, si può dire anche l’inverso. Ma sta di fatto che oggi è la leva monetaria con maggiore possibilità di azione e di avvio del raccordo con la politica economica e di bilancio. Non basta dire che non si abbassa la guardia. Non è solo la difesa quella che si impone. Poiché ci si avvicina al 2% di inflazione, è l’attacco che si rende necessario anche perché il Trattato Ue vuole che dopo la stabilità dei prezzi sia dalla Bce sostenuta l’economia. All’errore compiuto di non attaccare l’inflazione nella culla, non può seguire ora l’errore opposto continuando a combatterla come se fosse ancora agli alti livelli.
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