Trinità dei Monti, il Tar: multe a chi occupa la scala. I magistrati: «Intralcio al passaggio e alla visione di piazza di Spagna»

I giudici danno torto a un avvocato che nel 2019 si era seduto sui gradini per protesta

Piazza di Spagna, il Tar: «Giusto multare chi occupa la scala di Trinità dei Monti»
di Michela Allegri
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Lunedì 19 Febbraio 2024, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 13:43

Era stato multato e “daspato”, allontanato per 48 ore da piazza di Spagna. Non si trattava di un ultrà facinoroso, ma di un avvocato che, sfidando l’ordinanza anti-bivacco introdotta nel 2019 dall’allora sindaca Virginia Raggi per mantenere il decoro dei monumenti e delle aree di interesse artistico, si era seduto sulla scalinata di Trinità di Monti, rifiutando di alzarsi su invito dei vigili.

Ora è stato bacchettato anche dal Tar, al quale si era rivolto per annullare la sanzione e il provvedimento, considerandolo «infamante per il proprio decoro, anche professionale, restando altrimenti il suo nominativo all’attenzione del Questore». I giudici hanno invece confermato la decisione dell’amministrazione: sedersi sulla scalinata, oltre a intralciare il passaggio, ostruisce la vista su piazza di Spagna, rovinando l’area monumentale.

Non è tutto: l’avvocato è stato anche condannato a pagare a Roma Capitale le spese legali, pari a duemila euro.

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I FATTI
I fatti risalgono all’agosto del 2019. Il legale era stato la prima “vittima” del regolamento di polizia urbana anti-bivacco appena introdotto, che aveva trasformato la scalinata di Trinità dei Monti, inaugurata nel 1725 da Papa Benedetto XIII, in una zona off limits: vietato sedersi. Il primo a venire sanzionato dai vigili era stato proprio il legale, che si era rifiutato di alzarsi: gli era stata data una multa da 250 euro, «in quanto si sedeva - così si leggeva nel verbale - su un monumento storico, più precisamente denominato Scalinata di Trinità dei Monti, nonostante sia stato intimato di cessare tale comportamento vietato dal regolamento di Polizia urbana». Non solo: gli era stato notificato anche un ordine di allontanamento, il Daspo urbano, della durata di 48 ore. Secondo gli agenti, infatti, semplicemente sedendosi, avrebbe tenuto «condotte che limitavano l’accessibilità delle persone e la fruizione delle infrastrutture», in uno spazio «su cui insistono aree, musei e parchi archeologici».

Lui all’epoca aveva dichiarato di avere agito in quel modo per provocazione, perché «sedersi su una scalinata non può costituire giuridicamente un’offesa al decoro urbano», aveva detto, annunciando che avrebbe presentato ricorso al Tar. Ora, però, i giudici hanno dato ragione al Campidoglio. Il Daspo era infatti scattato perché l’avvocato «teneva condotte in violazione dei divieti di stazionamento o di occupazione sulle aree indicate dal regolamento di polizia urbana», si legge nella sentenza. Il legale ha definito la sanzione illegittima, visto che la sua condotta, cioè il fatto di essersi seduto sui gradini della prima rampa del lato sinistro, «non avrebbe limitato la libera accessibilità e fruizione della scalinata di Trinità dei Monti». Per i giudici, invece, il provvedimento è legittimo, adottato «dall’amministrazione capitolina in stretto ossequio alle previsioni di cui al richiamato nuovo Regolamento di Polizia Urbana di Roma Capitale, approvato appena due mesi prima», a salvaguardia «della sicurezza, della vivibilità e del decoro della città».


LE MOTIVAZIONI
Secondo i magistrati, sostare seduti sulla scalinata di Trinità dei Monti è «di intralcio non solo all’accesso e al passaggio, indubbiamente reso più difficoltoso, tanto più trattandosi di scalini antichi, in alcuni tratti consumati e scoscesi, ma anche e soprattutto ad una fruizione visiva dello stesso dalla prospettiva privilegiata della sottostante piazza di Spagna, “incoronata” da quel gioco di rampe che la sormontano, in ragione della vocazione altamente scenografica della scalinata medesima».
 

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