Meglio le grasse cene elettorali
che la dieta delle nostre coscienze

Meglio le grasse cene elettorali che la dieta delle nostre coscienze
di Simone Canettieri
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Martedì 20 Febbraio 2018, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 11:25
«Dopo pensano che li abbiamo stornati dai soldi dei rimborsi: chi glielo spiega al Blog?». «Ma sei matto? Così ci attaccano e tirano fuori che a saldare il conto sono passati i nipotini di Salvatore Buzzi!». «Ma questo imprenditore che vorrebbe offrire poi chi è? Guarda che è pericoloso, eh». E così, partito e movimento che vai, paranoia e tic che incontri: le cene elettorali sono scomparse dall'agenda politica. Da Acquapendente a Formia, passando per Roma.
Addio brindisi e promesse alcoliche, pance piene e vasti programmi. Qualche candidato alle regionali ci prova ancora ad organizzare quelle belle tavolate di famiglie interessate al menu, ma lo fa in maniera quasi carbonara  («Non postate foto sui social network»).  Colpa della crisi? Sì, ma di quella della nostra autocoscienza collettiva. Ormai a dieta ferrea.
Quindi meglio cantarci su: watch?v=A6lbIIQjIsU   
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