«Dieci volte meglio» il partito figlio
di Calcutta e della classe disagiata

«Dieci volte meglio» il partito figlio di Calcutta e della classe disagiata
di Simone Canettieri
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Venerdì 23 Febbraio 2018, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 15:49
Il nome è futurista: Dieci volte meglio. E il programma si snocciola appunto in dieci anni: ovvero 2028, altro che le promesse cotte e mangiate. Si tratta del partito non partito, la new entry di queste elezioni, gli eredi per certi sensi di Fermare il declino (politiche 2013). Giovani docenti e partite Iva qualificate - liberali e trasversali e affatto ideologici dunque quasi apolitici - fuori dai circuiti classici del lavoro e dalla società che inizia a star(ci) troppo stretta.

Li canta un po' Calcutta («Preferirei perderti nel bosco, che per un posto fisso»),  li descrive bene La teoria della classe disagiata (di Raffaele Alberto Ventura, Minimum fax). Non si presentano alle regionali, ma alle politiche. A Roma DCM (Dieci volte meglio) punta su Antonio Ragusa, direttore della Rome business School. Insomma, date loro (un voto ) e uno smartphone e risolleveranno l'Italia. Forse.  
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