Due anni fa, quando è iniziata l’aggressione russa dell’Ucraina, in aula aveva ricevuto la solidarietà dei giudici anche se lei il suo Paese lo ha lasciato quando era un’adolescente per venire a vivere in Italia. Ed è proprio nel teramano che ha conosciuto l’uomo che ha poi denunciato per maltrattamenti in famiglia, condannato, adesso, a 3 anni ed 1 mese per averli commessi solo su due minori (che non sono figli suoi) e non anche sulla donna, per cui è stato assolto.
A raccontare cosa succedeva in casa sono stati proprio i ragazzi, la più grande all’epoca aveva 15 anni mentre il fratello era qualche anno più piccolo. Una relazione sentimentale entrata in crisi nel 2020 per motivi di gelosia. «Si era messo in testa che mia figlia maggiore, che aveva 15 anni e tutti i problemi legati a quell’età, fosse cicciona – aveva raccontato la donna che si è costituita parte civile a processo rappresentata dall’avvocata Alessia Ricci -. Le diceva “hai il posteriore più grosso di una barca” e così lei ha cominciato a fare la dieta e la cyclette in casa».
A lei, invece, il compagno le diceva: «Se non ci fossi stato io, tu staresti ancora sotto un ponte».