Latina, suicidio dell'avvocato Censi: sono un mistero i milioni in Svizzera si scava nei conti esteri

Latina, suicidio dell'avvocato Censi: sono un mistero i milioni in Svizzera si scava nei conti esteri
di Vittorio Buongiorno
3 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Febbraio 2016, 13:17
LATINA - Molte risposte, ma tante nuove domande. L'inchiesta scattata all'indomani del suicidio dell'avvocato palo Censi il 23 dicembre scorso è arrivata a una svolta. Quelli che fino a martedì erano solo dei sospetti sono stati confermati dalla rogatoria che ha portato gli inquirenti in Svizzera. Come ogni bravo investigatore sa bisogna seguire i soldi per svelare i misteri di una inchiesta. E così hanno fatto.

In Svizzera sono volati solo alcuni dei protagonisti di questa indagine: il pm Luigia Spinelli, il capo della Mobile Antonio Galante e il capitano della Guardia di Finanza Alice Raffo, che presta servizio a Latina nel Nucleo di polizia Tributaria guidato dal tenente colonnello Simoncini. Ad attenderli al rientro il procuratore aggiunto Nunzia D'Elia con cui si sono confrontati a lungo ieri mattina in via Ezio.
Sono ancora tante le cose da capire di questa inchiesta. Per conto di chi lavorava l'avvocato Censi? A quanto risulta ci sono imprenditori e professionisti del capoluogo si sono serviti dei suoi uffici per trasferire i soldi all'estero. Come? Questo ancora non è chiaro. L'avvocato avrebbe fornito una sorta di consulenza, forse anche alla luce delle sue conoscenze con il mondo finanziario svizzero, maturate oltre vent'anni grazie ai rapporti di lavoro con Florio Fiorini e con i suoi collaboratori. Fiorini, va ricordato, fu prima direttore finanziario dell'Eni e poi un finanziere d'assalto che tentò perfino la scalata alla Metro Goldwin Mayer con Giancarlo Parretti.

Si parla di tanti soldi. Perché venivano portati in Svizzera? L'ipotesi più probabile è che finissero oltre confine per creare provviste di fondi neri. Ma il sospetto è che poi questi stessi soldi siano tornati in Italia, o che dovessero tornare in Italia per finanziare nuove operazioni imprenditoriali, ma qualcosa è andato storto. A quanto risulta gli interrogatori che si sono susseguiti dopo la morte di Paolo Censi non sono serviti a chiarire i lati oscuri di questa vicenda.

Toccherà ora agli esperti del Nucleo di polizia tributaria della Finanza, insieme agli agenti dello Sco della polizia che stanno collaborando con i colleghi della Mobile pontina, cercare di incastrare tutte le tessere di questo puzzle per capire l'origine e la destinazione di questi soldi. Si parla di cifre considerevoli, di decine di milioni di euro. Dalle inchieste finite negli ultimi mesi sulle pagine della cronaca si è visto come in altri casi i soldi finiti all'estero di imprenditori senza scrupoli venivano fatti poi girare su conti, estero su estero, nei più svariati paradisi fiscali nel tentativo di far perdere le tracce. Ma questo sembra un caso differente. La sensazione è che gli imprenditori che hanno utilizzato il canale aperto grazie all'avvocato Censi fossero abbastanza sicuri di restare lontani dai riflettori. Oltre a essere una ipotesi è una speranza degli inquirenti: se così fosse sarà più facile tracciare questo enorme flusso di denaro e capirne anche la provenienza. Al momento infatti non si sa neppure se siano soldi provento di attività lecite oppure no. L'indagine quindi è arrivata a una svolta, ma è come se fosse piuttosto arrivata a un nuovo inizio. Ancora più complicato e misterioso.