L’appartamento è spazioso, su due piani, è a Monteluce (Perugia), prezzo in linea con i trend del mercato (750 euro al mese), ma è per tutti. L’annuncio, infatti, è perentorio: «Non si affitta a studenti e stranieri». Un caso paradossale – non è l’unico – nella città che, tra l’altro, ospita l’università per stranieri e che, quindi, a queste due categorie – studenti e stranieri – è, in linea teorica e spesso pratica, molto attenta. Non è complicato, però, imbattersi nei “divieti” che i proprietari degli appartamenti impongono ai potenziali inquilini. Il più frequente in assoluto riguarda gli animali: c’è chi specifica genericamente di non accettarne di nessun tipo e chi, invece, fa una distinzione tra cani e gatti. Ma quando si tratta di persone, le eccezioni hanno il sapore della discriminazione. E così, ecco che su uno dei portali più popolari di annunci, un’agenzia scrive: «A pochi minuti da Perugia, in un contesto di assoluta privacy e tranquillità, l’appartamento che si affitta è ideale per chi cerca una soluzione lontana dal caos cittadino». In tutto, 85 metri quadrati, con la “clausola”: «Non si affitta a studenti e stranieri». E non è l’unico. Sempre a Monteluce, stavolta viene offerta una stanza singola, a 260 euro, all’interno di un “ampio appartamento di 99 metri quadrati».
La casa è composta da “due ampie camere arredate dotate entrambe di balcone, due bagni, cucina, ampio salone e piccolo sgabuzzino dotato di lavatrice.
IL TESTO UNICO
Ma cosa dice la legge? Il faro, rilevano i legali che, in passato, hanno denunciato annunci simili, è l’articolo 43 del testo unico sull’immigrazione. «Compie un atto di discriminazione – spiega il testo - chiunque imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire beni o servizi offerti al pubblico ad uno straniero soltanto a causa della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità». E ancora: «Chiunque illegittimamente imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire l’accesso all’occupazione, all’alloggio, all’istruzione, alla formazione e ai servizi sociali e socio- assistenziali allo straniero regolarmente soggiornante in Italia soltanto in ragione della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità».
I CONSUMATORI
Difficile non rimanere stupiti di fronte al tenero degli annunci che escludono gli stranieri. «Pur comprendendo che ci possano essere stati spiacevoli ma marginali episodi di abusi che possono mettere in guardia i locatori di immobili - è la premessa che fa Carlo Pileri, portavoce nazionale di Konsumer, interpellato sul tema - è per noi comunque inconcepibile, nel terzo millennio, che si debbano ancora affrontare casi di discriminazione verso gli stranieri, soprattutto in realtà dove costituiscono una fetta importante di fabbisogno di alloggi come avviene nelle città sedi di università per stranieri». Inutile negare, fanno osservare i consumatori, che ci possono essere dei problemi di garanzie da parte dei potenziali inquilini: «Ma questi problemi possono essere risolti chiedendo eque preventive garanzie ai locatari, certamente che nulla hanno a anche vedere con la loro nazionalità». Per Konsumer, «basterebbe invocare l’articolo 43 del Testo Unico Immigrazione». Questo, infatti, al comma 2, rileva quanto segue: «In ogni caso compie un atto di discriminazione chiunque illegittimamente imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire l’accesso all’alloggio allo straniero regolarmente soggiornante in Italia soltanto in ragione della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, religione, etnia o nazionalità». Un comma molto chiaro, che non lascia margini per una diversa interpretazione. Ma il tema è anche quello degli alloggi da offrire agli studenti e a chi cerca una casa. Per questo, fa notare Pileri, «è altrettanto urgente che anche gli Enti pubblici e le Amministrazioni affrontino il problema di una adeguata offerta pubblica di alloggi che eviti situazioni socialmente ed eticamente insostenibili».