Nel nuovo accordo, che ha la validità di due anni, sono state apportate lievi modifiche nel calcolo della superficie convenzionale, nell’individuazione delle zone omogenee e nel calcolo degli elementi oggettivi dell’immobile per il corretto calcolo del canone concordato e alla conseguente applicazione della cedolare secca al 10 per cento. Così come sono state inserite percentuali premianti riferite all’arredo, alla maggiore durata contrattuale, alla classe energetica e all’eventuale presenza di elementi di particolare pregio dell’immobile e della zona dove lo stesso è ubicato. «Questo accordo è molto importante per gli inquilini – ha detto Piastrelli del Sunia – perché viviamo in una regione con un’altissima percentuale di sfratti. Gli ultimi dati forniti dal ministero dell’Interno, il 12 giugno, ci dicono che sono stati 760 nel 2017. Una cifra elevata, ma che grazie al contratto a canone concordato ha visto una riduzione del 20,48 per cento. Oggi non si investe più in alloggi di edilizia residenziale e non ci sono contributi né a livello territoriale né nazionale».
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